Opere poetiche . cil calle,Che in Parnafo adduce. Vera Don Agostino,Che modulava i carmi,Che avna fpezzati i marmiDi dolcezza ;E feco IAlbergatiDai crini innanellati,E pien di frefcaGiovani! bellezza, Non dico del Fontana,E del buon Fasanino,E del Conte Sigino,Che afpettava:Afpettava il mio canto ;E di mie fmorfie intanto ,E del tardar mio lungoSi lagnava. \ 28 Io non fon buon da fare Mufica voce e grata :Peggio è duna fafTataOgni mio il mio cantar ftride,Chi fugge, e chi (tn rideEd un seccacervelliA lor divento. Però, Donna gentile,Lerrore mi condona,Chio per te in EliconaDirò


Opere poetiche . cil calle,Che in Parnafo adduce. Vera Don Agostino,Che modulava i carmi,Che avna fpezzati i marmiDi dolcezza ;E feco IAlbergatiDai crini innanellati,E pien di frefcaGiovani! bellezza, Non dico del Fontana,E del buon Fasanino,E del Conte Sigino,Che afpettava:Afpettava il mio canto ;E di mie fmorfie intanto ,E del tardar mio lungoSi lagnava. \ 28 Io non fon buon da fare Mufica voce e grata :Peggio è duna fafTataOgni mio il mio cantar ftride,Chi fugge, e chi (tn rideEd un seccacervelliA lor divento. Però, Donna gentile,Lerrore mi condona,Chio per te in EliconaDirò cofe ;Cofe sì nove e belle, Che andrai fovra le stelleFra le più chiare,E per beltà famofe. E fé pur vuoi chio canti,Quafi quafì fareiQuel, che dir non potreiModeftamente :Farei, che più fottileLa voce e più gentileMi faceffe venirFerro tagliente. 2^ Ma già Tuona la Scuola: I Putti fon venuti;Conviene, chio faluti II bel vado ad ifpiegare, A dire, a predicare,E la malinconfaMi vien adefTo,. 30. AL SIGNOR DOTTORE TOMMASO TIRAMANL r rugon fcrive ; ed a chi fcrive ?Scrive a un bravo Copiaiorc,Che ne verfì Tuoi già vive,E vivrà, fé pur non muore. Scrive fol perchè ha fmarritoQuel Sonetto fopra un prodeCavalier riflabilito,Degno ben di miglior lode, Sopra luì, che mirò Morte Con pupille amiche e ferme,Voglio dir fui faggio e forteGran Bali Conte del Verme TiRAMAN giocofo e gajo,Immortai Copifta invitto,E magnanimo Notajo,Il Sonetto fia trafcritto. Se noi fate vi prometto Contra voi rivolger Tarmi,Vale a dir con un SonettoDun Sonetto vendicarmi. 31 Un Sonetto, che non loda, Quando è mio, temer dovrefte :Se gli attacco poi la coda,Siete concio per le fede. Io fon buono come il pane, Che al piacer dognun saggiufla;Ma mi arrabbio come un CaneSe qualcuno mi difguda. Su via dunque trafcrivetc,TiRAMAN di Pindo di Pindo non il buon Diovi mandi al boja. 3^ AL MEDESIMO REGALANDOLO DI UNA COPIA DELLA RACCOLTA FATTA PER LE NOZZE£>£ SERENI


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