. Iconologia, overo Descrittione di diverse imagini cauate dall'antichità, & di propria inuentione, . eranza, & per moftrare doppiamen-te li virtò con la figura circolare 3 & con il numero ternario » che è per-verto delle corone. AMO\E VEKSO IDDIO. HVOMO che ftia riuertnte con la faccia riuolta verfo il Cielo,qua*le additi con la finiftra inano,e con la deltra moftri il petto delprojfimo,TT Verno veftito nobilmente, che gli ftìa a canto vn pelìcano con lijt~l fuoi fìgliuolini, li quali ftieno in atto di pigliare con il becco il(ani. uè chefee dvna piaga, che detto pelicano fi te co


. Iconologia, overo Descrittione di diverse imagini cauate dall'antichità, & di propria inuentione, . eranza, & per moftrare doppiamen-te li virtò con la figura circolare 3 & con il numero ternario » che è per-verto delle corone. AMO\E VEKSO IDDIO. HVOMO che ftia riuertnte con la faccia riuolta verfo il Cielo,qua*le additi con la finiftra inano,e con la deltra moftri il petto delprojfimo,TT Verno veftito nobilmente, che gli ftìa a canto vn pelìcano con lijt~l fuoi fìgliuolini, li quali ftieno in atto di pigliare con il becco il(ani. uè chefee dvna piaga, che detto pelicano fi te con il proprio beccoin mezo il petto, & con vna mano moftri di lòlleuar da terra vn pouero,& con laltra gli porga denari, fecondo il detto di Chrifto noftro SignorenellEuangeliO. Amor d ife fle(ìo. SI dipingerà fecondo lantico vfo Narcifo, che fi {pecchia in vn fonte,perche amar fé ftefle nò è altro,chc vagheggiarfi tutto nellopere pro-prie con fodisfattione,,& con applaufo, kt ciò è cofa infelice, e degna dì XÌlQ> DI CESARE %4$à>Ji M o n. D l V t\T P* 1*. rifo>quanto infelice, & ridicolófa fu da i poeti antichi finta la fauola diKarcifo, però difTe TAlciato. Si come rimirando il bel Harcifo, Così finente auuicn, chefia derifo Tifile chkr*onde il rago fuo Lbtéomsbejjfrezgado altrui fi ponga inateLodando ber i begli occhtjjor il bel tifo. Con lodi amor fouerchio di fé fìejfo,fu ài felle fio micidiale amante, E vanitade%e danno,e biajmo efi»reJfo. jt M 0 rKE*Scritto da Seneca nella Tragedia dOttawa, e tramenato in lìngua no/Ira così. L* Error de ciechi%e mi feri mortali Finge che amor fìa Dio ; Ver coprir Ufite flotto # e van de* Si parche del fiso inganno fi diletti,\ //<?, In ritta affai piacetele, ma rio B a f<* T C O tiO L O C I A Tanto, cbegoJéfol Scglalttui muli- Lun-mo fi-aldi, è nafte ne vera* anni C habbia àglhom ri laìi ^Uetà the ajlaipuò, ma vede poco Le mani arni ite darco, e di fante, Votio U n drifce,


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