L'Andromeda . I Màdiuerrai meftilsimaVolendo pareggiarti à Deità. (off. Quella beltà 3 che più mi rende bellaDogni Donna mortale,AleNinfe del Mar tanto preuale,Quanto preuale il Sole ad ogni Stella. Sacerdoti dir, non dir così e foro. Acciò, che non sadirino,EcontraditèfpirinoMicidial vendetta in quefto dì. Caff. Vendicaroìnmi intanto Sopra di voi del voftro ardito canto. Voi, che mi fèguitate A coftoro il danzare anche infegnate. Fate far la Corrente A^ì fuon di mazze à quella pazza gente. Dalle quali ultime parole mofsi alcuni de Corti-giani fi fp in fero adofo al Sacerdote^ oskfwisJri, e co


L'Andromeda . I Màdiuerrai meftilsimaVolendo pareggiarti à Deità. (off. Quella beltà 3 che più mi rende bellaDogni Donna mortale,AleNinfe del Mar tanto preuale,Quanto preuale il Sole ad ogni Stella. Sacerdoti dir, non dir così e foro. Acciò, che non sadirino,EcontraditèfpirinoMicidial vendetta in quefto dì. Caff. Vendicaroìnmi intanto Sopra di voi del voftro ardito canto. Voi, che mi fèguitate A coftoro il danzare anche infegnate. Fate far la Corrente A^ì fuon di mazze à quella pazza gente. Dalle quali ultime parole mofsi alcuni de Corti-giani fi fp in fero adofo al Sacerdote^ oskfwisJri, e con^leampercotendogli, tutti gli sformarono a prendere lafura per entro il Bojco, e nel pia folto della Selua ; al-lbora un Cortigiano de più arditi, che hauea percolo iSacerdoti Sorridendo per ifdegno^difpreT^ado t fug-gi t mi, così uantofsi. Hàn. 27. H An più (peditij e più difciolti i pie,Che non fono le lingue, ondefsi difincantanoLe Serpi affé. Tartìuafi intanto la Regina, fchewendoi battuti,e quafi trionfando dhauer vilipefo le Deità del Ada-re, accompagnata dal nobile corteggio, fé nandò nellaSelua. Ne così tofto sera la Regina nafeofla, che ad vntratto fuggendo il Bofco, fparirono le belie^Je dellaverdura, e delle piante, edapparuero nouamente/co-gli alpestri, e dirupi, e là doue cinto dalla Selua ver-deggi aua il Prato, e la pianura della campagna, fpa-rendone il terreno, ri forfè con mirabil arte il fluttuofooJldare, facendo pafjaggio le vifle de spettatori dallebellezze delle fiondi, e dellombre allampiezza, e_^>vaftttà dallacque, le quali fra gli fogli ondeggiandorompeuano ilflujjò nel fermo lido, e di continuo agita-dofi dtmoflrauano nelle <t?kfachine volubili della Sce-na lmflabilità ancora dellelemento. E mentre m cotalguifa slaua ognvno mirando ivaghi flutti, ecco dalla fini/ira


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