. Storia dell'Italia antica. Dallaltra parte Sacroviro recata in suo potere Augu-stoduno (Autun), prese i giovani delle principali famiglieche ivi erano a studio, arruolò i gladiatori tutti copertidi ferro e male atti ai movimenti, e messe insieme qua-rantamila uomini, di cui solamente ottomila con buonearmi preparate in segreto, e gli altri armati di spiedi, dicoltelli e dardi da caccia; e con tale esercito a nomedella libertà e delle antiche glorie dei Galli, sopra insignedestriero mosse contro a C. Silio, il quale non potuto > Tacilo, Ann.^ Il, 5i, IIL 50, 21 e 7:;-74, IV, 2:: 26, 276 RI
. Storia dell'Italia antica. Dallaltra parte Sacroviro recata in suo potere Augu-stoduno (Autun), prese i giovani delle principali famiglieche ivi erano a studio, arruolò i gladiatori tutti copertidi ferro e male atti ai movimenti, e messe insieme qua-rantamila uomini, di cui solamente ottomila con buonearmi preparate in segreto, e gli altri armati di spiedi, dicoltelli e dardi da caccia; e con tale esercito a nomedella libertà e delle antiche glorie dei Galli, sopra insignedestriero mosse contro a C. Silio, il quale non potuto > Tacilo, Ann.^ Il, 5i, IIL 50, 21 e 7:;-74, IV, 2:: 26, 276 RIVOLTE DEI GALLI. [LiB. VII. arrestare dai Sequani veniva con due ardenti e bene ar-mate legioni a schiacciar la rivolta. Lo scontro fu a do-dici miglia dalla capitale degli Edui, e anche qui il di-sciplinato valore trionfò della tumultuosa bravura. I Gallicederono al potente urto delle legioni, e la battaglia di-venne macello. Sacroviro dapprima si salvò in Augusto-duno: poscia, veduto non rimanere via di salute, per non. Arco irionralc- dOraniJX {Le lina. France, II, ;•!. b t) cadere in potestà del nemico si trasse coi suoi pili lidali-a una villa vicina, e messovi fuoco, egli di propria mano, egli altri si uccisero tra loro, e arsero tra quelle fiamme . » Tacito IH, (0-47. Gap. II.] TRACI E FRISI. TIBERIO PIÙ FEROCE. 577 Il nome di Sacroviro rimane ancora sullarco trionfaledOrange fra i trofei delle armi dei Galli unite alla loroinsegna militare del cinghiale ripetutavi dodici volte. Equindi non ha guari fu sostenuto che quellarco, il piìihello di quanti ne rimangono sulla terra di Francia aricordo delle vittorie romane, sorgesse come monumentodella disfatta di Giulio Floro e di Giulio Sacroviro *. Colle imperiali astuzie furono quietate le regie contesedi Tracia (772), e poi colle armi vinti i popoli sorti arivolta, e i fieri montanari renitenti alla leva e alle mag-giori gravezze, risoluti a non volere essere trattati daschiavi, e pronti a farsi ragione co
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