. Le imagini de gli dei de gli antichi . gli amanti,Che poco dolce molto amaro appaga, i» Torta dimore lefaette,ouero perche quefìe parimente fono veloci, nefernpre vanno a ferire ,oue fono indurate , come habbiamo detto deglinnamorati , che fono prefliffimi a mutarfi di volere , nèfempreponno arriuare, a quello,cbe più bramauanotoueramente,perche come el-le fono acute, e pungono , così le punture della confcien^a dopò lhauerepeccato, ci trafiggono lanimo, che dopò il fatto conofce di haueroperatamale. 0 pure sintende perle faette damore la prefitta , con che-gli fcende nel cuore de mortali. T


. Le imagini de gli dei de gli antichi . gli amanti,Che poco dolce molto amaro appaga, i» Torta dimore lefaette,ouero perche quefìe parimente fono veloci, nefernpre vanno a ferire ,oue fono indurate , come habbiamo detto deglinnamorati , che fono prefliffimi a mutarfi di volere , nèfempreponno arriuare, a quello,cbe più bramauanotoueramente,perche come el-le fono acute, e pungono , così le punture della confcien^a dopò lhauerepeccato, ci trafiggono lanimo, che dopò il fatto conofce di haueroperatamale. 0 pure sintende perle faette damore la prefitta , con che-gli fcende nel cuore de mortali. Tercioche ad vnu fguardo folamente,fen\a quafi merdefene, refla lhuomo talhota tanto accefo dalla belle^-?a altrui, che gli pare e fiere già tutto di fuoco. La quale cofa,credo io,che voleJJe mofirare colui , che fece Cupido con il fulmine in mano, chenon fisa chi efojje , comefcriue Tlinio, che loportaua Alcibiade nelloCcudot& un tale nera parimente in Epma nella Curia di Ottauià,il qua-le De gH Antichi. 117 __—__ — ,,. Imagini dtAmoreJìgnìficanti lì varij effetti^ po-ten%a damore guaine cuori nobili & gent dì faci lenen-te ha luogo & li duri& oHinatìfpezj^a & rompe, di-nota ancora, quanto facilmente ci la/clamo ade/care daglaffetti lafciui ts* libidinojì mafjìme ingiouentù. lìbb 37$ Imagini dei Dei le dice nano alcuni ,ch e fu fatto per ^Alcibiade\pofcia chegli così lo por- taua nello fcudo,volendo in quel modo mofirare la bellezza di luì, che fu bellijJimo,quafi che come Gioue,di cui è proprio ti fulmine, è il maggiore di tutti gli altri Dei , così dì beitela andaffe /opra a tutti gli altri di Forza di gYan può dire anchora^Oforfè meglio,che à colta fi a par u- Amore. ^0:cfje i>naface non moftri intieramente lafor\a dillo amorojo ardorey& che perciò pofe in mano a Cupido il fulmine, conciofta che quejìo nonfolo arde lecoJe,cbefacilmente-abbruciano,maquelle anebcrafubitoincende, alle quali altro fuoco non così to/ìo sì attacch


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