. L'anima di Milano. Canti di vita e di gloria. Quadretti rusticani. venti co spiri violenti, Col raggio del tuo sol che rasserenaVieni a sanar questaure che avvelenaTurbo invisibil di morbigeni enti. O tu, per cui nascon da germi i fioriEd in alto più lanima si libra,A destar vienci la impigrita fibra,O spigrator di germini e di cuori. Rendi al sangue ed a nervi le energieSacre, il pulsante fremito e lardoreOnde lumana opra saccende, e amoreCrea le spirtali e fisiche armonie. Rendi il soffio vocale a verde trionfai chioma a la terra il canto de la vita,Sorrisi al mond
. L'anima di Milano. Canti di vita e di gloria. Quadretti rusticani. venti co spiri violenti, Col raggio del tuo sol che rasserenaVieni a sanar questaure che avvelenaTurbo invisibil di morbigeni enti. O tu, per cui nascon da germi i fioriEd in alto più lanima si libra,A destar vienci la impigrita fibra,O spigrator di germini e di cuori. Rendi al sangue ed a nervi le energieSacre, il pulsante fremito e lardoreOnde lumana opra saccende, e amoreCrea le spirtali e fisiche armonie. Rendi il soffio vocale a verde trionfai chioma a la terra il canto de la vita,Sorrisi al mondo e fior, palpiti e raggi. Rida a li egri salute ed a li egentiChe han pur dritto a la vita e al bene, a loroChe languono rida pane e lavoro,Vien le cose a svegliar tutte e le Sabbuia1 margo fluvial, son pregneDombra le lontananze; una verdastraTinta ha il fiume, e sta pari a immota lastra;Fioco in cielo il crepuscolo si spegne. Pare che vibri tremolo ne lariaCome un presagio de la primavera;E tepida e incantevole la seraChe scende su la valle UNA NUOVA PASQUA CHE VffiNE Disegno di R. PAOLETTI Zincografica ALLA NUOVA PASQUA CHE VIENE O arrisa Pasqua, sempre che rivieni, la terraInnovi, ma non lèra a gli uomini e la vita;Rivieni de la Pace con la palma fiorita,Ma tu passi, ,e riarde la consueta guerra. Tu laugurai parola dici di sfiora essa glignavi cuori, né in lor discende;Il buon seme si sperde inculto, o, se pur tendeA dare un frutto, il frutto non giunge a maturanza. Sol poche anime eccelse, lungo li evi, la paceAttenendo clamata, le primavere umaneSognarono e condito damor sudeschi il pane:Ma giacquer candide ostie di quel gran sogno audace. Or lungo il tortuoso cammino de la StoriaStanno come lucenti colonne miliari:Pur r uom de ferrei tempi con gli odii secolari,De glistinti ancor vive con la selvaggia scoria. Pasqua giorno di tregua: in tutti i focolariIlari fiamme avvampano, e cuociono vivandeDi festa
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