Storia dei monumenti del reame delle Due Sicilie . come ci saràdato parlare di esse. Non lasciava inianto il Caracciolo ,benché applicato allo studio della pittu-ra , quello de libri; ma più che ogni al-tra cosa , la poesia era la sua applicazio-ne, e fece vaiì componimenti con buonis-simo stile , ottime idee e gravità di questo il mezzo che gli fece con-trarre amicizia con vari scienziati , ed ilpiù pregiato fra questi era Giovan Batti-sta Manso, marchese di Villa, parzialissi-mo di Torquato Tasso ed amicissimo delcavalier Marino, non che deprimi lette-rati di Europa, il quale to


Storia dei monumenti del reame delle Due Sicilie . come ci saràdato parlare di esse. Non lasciava inianto il Caracciolo ,benché applicato allo studio della pittu-ra , quello de libri; ma più che ogni al-tra cosa , la poesia era la sua applicazio-ne, e fece vaiì componimenti con buonis-simo stile , ottime idee e gravità di questo il mezzo che gli fece con-trarre amicizia con vari scienziati , ed ilpiù pregiato fra questi era Giovan Batti-sta Manso, marchese di Villa, parzialissi-mo di Torquato Tasso ed amicissimo delcavalier Marino, non che deprimi lette-rati di Europa, il quale tornalo da Bomagli contò lutto quello che aveva veduto inquellalma città , e gli parlò di AnnibaleCaracci e delle sue opere. Tale discorsofu conseguenza che poco dopo il Carac-ciolo andò in Boma. Ivi benché letà suafosse avanzala frequentò a preferenza lagalleria Farnese, e non isdegnò disegnarequelle maraviglie dellarie, veri esempla-ri di corretto contorno. Ritornato adunqueGiovan Battista allapatria , fece conoscere quanto profillo. NOTE 553 aveva fallo su le opere del Caracci; dap-poiché imitava il più nobile ed il piìibello del naturale obbietto,per abbatterequelle opere, die prive di simile scella ,aveva fatto egli medesimo. Lunico torto che si possa rimprove-rare riguardo acostumi al Caracciolo sifu di aver perseguitato 1 eccellentissimoDomenichino, di unita allo Spagnoletto edal Corenzio$ ma le buone azioni sono in-numerevoli e degne di eterna lode. Dopo lunga infermila , morì nel 1641. (15) Giuliano Finelli, nato in Carrarada un mercante di marmi, venne in Na-poli presso un suo zio architetto , perònon defamosi, nominalo Vitale, dal qua-le fu allevato 5 e perchè aveva gran genioa modellare , così fu tolto dalla scuoladi leltere , e posto a quella di scoltura ,sotto la condona di Michelangelo Nac-carino , scultore di molto grido , comeappunto desiderava il fanciullo, dappoi-ché era fortemente invaghito di sue belleopere. Ivi restò per otto anni ; es


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