La casa fiorentina e i suoi arredi nei secoli XIV e XV . Fig. 68. — Scala nel cortile del palazzo del Podestà. Fot. Alinari. Ho detto che gli acquai da sala si facevano di marmo odi pietra serena : non è però da escludere che, come nelle sa- 1 Inv. 165 (1465) : « v bandinelle prò aquario ». — Inv. 170 (1492): «diciannove bandinelle daquaio ». In questo inven-tario si nominano pure « 5 canovacci daquaio ». La stanga da bandinelle èvisibile nella fig. 73. * In casa di Andrea Minerbetti tutti gli acquai ne avevano uno ( e 177: 1499). 86 CAPITOLO 11 grestie, cosi anche nelle case private ve


La casa fiorentina e i suoi arredi nei secoli XIV e XV . Fig. 68. — Scala nel cortile del palazzo del Podestà. Fot. Alinari. Ho detto che gli acquai da sala si facevano di marmo odi pietra serena : non è però da escludere che, come nelle sa- 1 Inv. 165 (1465) : « v bandinelle prò aquario ». — Inv. 170 (1492): «diciannove bandinelle daquaio ». In questo inven-tario si nominano pure « 5 canovacci daquaio ». La stanga da bandinelle èvisibile nella fig. 73. * In casa di Andrea Minerbetti tutti gli acquai ne avevano uno ( e 177: 1499). 86 CAPITOLO 11 grestie, cosi anche nelle case private ve ne fosse qualcuno diterra cotta invetriata. 1 Ho trovato poi menzione di un acquaioportatile di legno, e di un altro chiuso entro una cornice dinoce tarsiata; tutte due appartenevano ai Fig. 69. — Scala nel cortile del palazzo Minerbetti. Fot. Giani. 1 Di terra cotta invetriata, e di mano di Giovanni della Robbia, è lostupendo acquaio della sagrestia di S. Maria Novella (a. 1497). Anche quelloche si ammira nella chiesa di S. Niccolò da Tolentino a Prato è uscito dallabottega dei Della Robbia, ma in tempi più recenti. Quanto agli acquai do-mestici di maiolica, se pur ve ne furono un tempo, oggi non ne esiste nep-pur uno. 2 Inv. 170 (1492): «uno aquaio di legname grande, portatile». — Ivi : « uno aquaio con tre palchetti, cornicie di nocie et tarsie, suviuno bacino e una miciroba dottone collarme di smalto ». I COMPLEMENTI DELL EDIFIZIO 87 Fogne. — Le acque piovane, precipitate da tetti sulla stradao necortili, raccoglievansi in condotti posti sotto le pubblichevie e muniti ai luoghi opportuni di lastroni di pietra che sapri-vano durante le Le acque di rifiutoprovenienti dagli acquai, a mezzo di canaliformati di doccioni2 si riversavano in cister


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