. Scelta d'alcuni miracoli e grazie della Santissima Nunziata di Firenze. iola dal Eaicià : ne alcuno de Conùitati vi ebbe,e deSei ucnti fìmilmente, che di ciò fàceffe paro-la . Solo Iacopo Tuo fratello, affiliando pure gliocchi a quel fatto, lènza tema alcuna ( che pur digran marauigliaè j lèco accompagnandofi, 8c almedefimo fcampo-nìettendofi j ambi dalla genteinfedele, e dalle 7 erre de Turchi fi tollero; e po-iìo piede nel paefe de fedeli, lènza impediméto,o noia lèntire, in Fiorenza fi condullero. Douecon quante lacrime di letizia, grazie da Niccolòfi rendellero , più tolto immaginare , c


. Scelta d'alcuni miracoli e grazie della Santissima Nunziata di Firenze. iola dal Eaicià : ne alcuno de Conùitati vi ebbe,e deSei ucnti fìmilmente, che di ciò fàceffe paro-la . Solo Iacopo Tuo fratello, affiliando pure gliocchi a quel fatto, lènza tema alcuna ( che pur digran marauigliaè j lèco accompagnandofi, 8c almedefimo fcampo-nìettendofi j ambi dalla genteinfedele, e dalle 7 erre de Turchi fi tollero; e po-iìo piede nel paefe de fedeli, lènza impediméto,o noia lèntire, in Fiorenza fi condullero. Douecon quante lacrime di letizia, grazie da Niccolòfi rendellero , più tolto immaginare , che raccon-tare potrebbelì. Di cotanto miracolo ne fu fattaImmagine di rilieuo in quellatto dilàgeuole, colmedelimo ferro allacciata , ficome oppreflo inquello, lotto la crudeltà di quel fiero 1 ureo, fiateJ\ iccclò Iblea. L he fi può dir qui ? fé non che invn Iblo calò, altri Miracoli c]uafi annegati; frutto, e vario a gloria di Maria, e gioua-mento de flioi diuoti, dolcemente fi gufti, e r^to rilplenda i ^^^^^^.>^^i-|?\^%^^ La Ci-. deUd Kunl^iafA di Firenle. ^/ Lacerate in più parti ddcorpo le membra ad Anto- tuoy riceuc beneficio dalla ?^^FiVZIA TA di non perirti . Cap. X*X Vili. Cipion Nafica, vdcdo dire ad al-cuni che le cofe de Romani era-no ficuie,*S(: in Porto, effendo giàli Cartagine^ loro aiiueriàrij e-ilinti j e pofti in feruitù fìmilmeate li Greci ; egli riipole da faggiocome era, in quefta forma ,zAnzi orafiam noiiìi^fommo pericolo, poi che non ci rimane di chi temerei ;ne a chi s*abbia da aiier riguardo. Altro nel vero norileuauan quefte parole di sì prode Huomo,iè noil manifeftare^che la faccia dei nimico era vn efercizio,& vna proua de gli huomini per fargli guar-dinghi, e rattenuti ne vizij :, e nel mal { dico ora io ) elTer bene fpcilo initrumemile perfone nimiche per farne ridurre al bene ope-rare. Così furono ad Antonio da Romena deiCafentino. Egli riceuette vna meno di quaran-ta ferite per tutta la


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