L'architettura . ome a conofeere la diffinittionc de !a pittura, & a quelle cofean-chora,de lequali,fiamo per parlare . Ne fia alcuno, che dubiti, che colui non è per effere 25 mai buon pittore,ilquale minutamente non sintenda le cofe, chegli simagina di dipinge- ; re. Percioche indarno li contende con larco fé prima tu non haurai deliberato doue driz-zare la faeta . Et però vorrei,che altri fi peifuadefìe apprefio noi,che quel folo è per efiereottimo pittore,ilquale haura imparato a conofeere benifsimo & le fimbrie, & tutte le qua-lità delle fuperficie . Et per il contrario io arlermo, che co


L'architettura . ome a conofeere la diffinittionc de !a pittura, & a quelle cofean-chora,de lequali,fiamo per parlare . Ne fia alcuno, che dubiti, che colui non è per effere 25 mai buon pittore,ilquale minutamente non sintenda le cofe, chegli simagina di dipinge- ; re. Percioche indarno li contende con larco fé prima tu non haurai deliberato doue driz-zare la faeta . Et però vorrei,che altri fi peifuadefìe apprefio noi,che quel folo è per efiereottimo pittore,ilquale haura imparato a conofeere benifsimo & le fimbrie, & tutte le qua-lità delle fuperficie . Et per il contrario io arlermo, che colui non farà mai buon maeftro , 3° ilquale non haura diligentifsimamente apparato tutte le cofe, che ho detto. Et per ciòmolto neceffarie ne fono fiate le cofe, che fi lono dette de le fuperficie , & del taglio. Re-ila hora,che ammaendiamo il pittore,in che modo egli polla imitar con la mano ciò, che féhaura imaginato nella mente. LIBRO SECONDO DE LA PITTVRA DI LEONBA- 4° USTA A Perche forfè quello fludio dimparare potrebbe parere tropo faticofo aigiouani,però giudico,che in quello loco fi debba moflrare, quanto fiadegna la pittura,ne laquale ogni ha veramente in fé vna certa forza molto diuina: non folo, perche come dicono de lamicitia,la pittura ci faccia efler prefenti quei,che fonabfenti,ma perche ancora rapprefenta a i viui quei,che fon morti dopo lunghi fecoh;accioche fiano conofeiuti con gran marauiglia de rartefice,6c piacere di quei,chejo racconta,che Caffandro vno de i capitani dAlcfìandro, nel vedere il ri-tratto dAleffando già morto,& nel riconofecre la maclia di tanto Rè,tremò in tutto il cor-po^ che Agefilao Lacedemone,perche fi conofceua efier molto brutto,nó uolfe,che leffi-gie fu a pafiafle a cognitione dei pofleri ; & che per quello non uolfe effere ne ritratto , nefcolpito dalcuno . A quello modo i uolti de i morti per mezzo de la pittura m un certo modo uiuono vn


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