. Rime di Michelagnolo Buonarroti. In BVONARROTI. ri In morte della medefìma» VtY non si hduere a ripigliar dn UntiTer mortela beltà pura e [incera »Anobildonna alteraTremata fté Jòti-vn candido yelo iChe fé in tutti thauejfe fiarfa quantiSono i mortalty a fé rtirarla il ctelvyE rimborfàrfi poi non ben potca»Da quefla ^ fé dir Itce^mortal T>eaySe lha riprefà , e tolta a gli occhi noffri»Già non ponno in obblioyBenché l mortai fta morto,l^orjìi dolci leggiadri, e fieri inchiostri »Ma /pietata pietà parche ci moflriyChe fel cielo a ciaf un porgeua in forteTartttamente la beltà di lei,Perriaue


. Rime di Michelagnolo Buonarroti. In BVONARROTI. ri In morte della medefìma» VtY non si hduere a ripigliar dn UntiTer mortela beltà pura e [incera »Anobildonna alteraTremata fté Jòti-vn candido yelo iChe fé in tutti thauejfe fiarfa quantiSono i mortalty a fé rtirarla il ctelvyE rimborfàrfi poi non ben potca»Da quefla ^ fé dir Itce^mortal T>eaySe lha riprefà , e tolta a gli occhi noffri»Già non ponno in obblioyBenché l mortai fta morto,l^orjìi dolci leggiadri, e fieri inchiostri »Ma /pietata pietà parche ci moflriyChe fel cielo a ciaf un porgeua in forteTartttamente la beltà di lei,Perriauerla poi da noi per morte,Saremmo or tutti noi di morte rei». AM. X-, 7*^ RIME DEL A M. Gandolfo Porrino, Rifpofta. La nuoHd alta, beltà che in del terrei Z^mcd, non che al mondo iniquo, e fello,Al mondo ciecOy eh*a uirtìi ijede lo fplendor ch*efce di lei, Ver njoi Jolnacque: e fìnger non JàpreiCon ferro in pietra , in carte con pennelloT>iui?i fmb tante : e ^ot fermare in quell<)Voflro diletto fol penfar dourei* Efè in guifa chel Sole ogn altra BellaVince 5 ella auanzj. lintelletto noHro^Il mio fi baffi) fin non uiaggiugnea* Dunque acquetar nella beltà nouella,Da Dio filmata, l^alto deftr uoflroEi feloy ^ huom non mai, fare il fotea •


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