. Vite de' pittori, scultori, ed architetti moderni : scritte, e dedicate alla maestà di Vittorio Amadeo, Re di Sardegna . alcuni mefi, ed ammalatofi poi lun dopo laltroambedue vi morirono con eftremo difpiacere delmaeftro^che ebbe comeifi maggior inerito che fortuna.* DI JACOPANTONIO FANCELLI. O per me non terrei mai per /àvio quellec-cellente profefifore , che non iftimaflfe piùreccellenza di Tue fatiche , che qualunqueprezzo , che ricever ne potefTe febben con-fiftefl!e in tefori. Né credo pofia darfi maialla virtù ricompenfa maggiore di quella.^che ha in (è ftelTa, né che pr


. Vite de' pittori, scultori, ed architetti moderni : scritte, e dedicate alla maestà di Vittorio Amadeo, Re di Sardegna . alcuni mefi, ed ammalatofi poi lun dopo laltroambedue vi morirono con eftremo difpiacere delmaeftro^che ebbe comeifi maggior inerito che fortuna.* DI JACOPANTONIO FANCELLI. O per me non terrei mai per /àvio quellec-cellente profefifore , che non iftimaflfe piùreccellenza di Tue fatiche , che qualunqueprezzo , che ricever ne potefTe febben con-fiftefl!e in tefori. Né credo pofia darfi maialla virtù ricompenfa maggiore di quella.^che ha in (è ftelTa, né che preferir deggia qualfifia grolTo|)remio a un univerfale applaufo il valore. £d ancorché•quefìe mafllme fieno perfettamente intefè da molti fono ab-bracciate da pochi ; perché veggiamo per ifperienzatuttodìefiTere aOfai diver/b ilconofcere il benedallimitarlo, epiù confacevole il lodare il meglio, e feguitare il peggioalle noftre pafìfioni. O quanti, e quanti farebbero tra glicroi annoverati fé linterelTe, che più di qualfivoglia viziocontrada colla virtù, o non vincefie affatto ^ od almeno N nn ^ non. 4(^8 VITE non abbafìTafTe, ed ofcurafTe queirineflìmabil pregio , per>cui farebbe immortalmente gloriofa la lor memoria . fu deltutto da querto {laccato il noftrojacopantonio, che grofTodanaro avanzato avrebbe per le molte/culture fatte entroRoma non meno che fuori, fé ottimamente intefb ciocchépocanzi dicemmo contentato non fi fofife piucchè di lui,della gloria . Capitato da Settignano in Tofcana a Roma.^Carlo fuo padre, che (carpellino era più per divozione ,che per efercizio del meftiere cominciò a prender gufto nelconfiderare le molte 0 e molto belle cofè, che maravigliofala rendono agli occhj di chiunque la v^ede . E cominciato an-che a far buone amicizie andò a poco a poco perdendo ramo-se alla patria , ed avuto per mezzo loro qualche confiderà-^hìì lavoro Io perde affatto , e determinò di prendervi cafa^€ dì fermarvi fi. Palfato da un la


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