. Storia dell'Italia antica. llo, scalzo,in camicia, col viso nascosto in un velo per non esserericonosciuto, e, spaventato da terremoti e baleni, e dallegrida che nel Campo Pretorio mandavano maledizionial suo nome e felici augurii a Galba, per tragetti e malevie si ridusse affannato alla villa, ove per non essere ve-duto entrare dalla porta passò da unapertura, fatta nellaparte più nascosta del muro. Ma quasi subito vi fu rag-giunto dalla notizia, che il Senato lo condannava a pe-rire di supplizio allantica. Egli domandò qual fosse questosupplizio, e udito che consisteva nellinforcare il col


. Storia dell'Italia antica. llo, scalzo,in camicia, col viso nascosto in un velo per non esserericonosciuto, e, spaventato da terremoti e baleni, e dallegrida che nel Campo Pretorio mandavano maledizionial suo nome e felici augurii a Galba, per tragetti e malevie si ridusse affannato alla villa, ove per non essere ve-duto entrare dalla porta passò da unapertura, fatta nellaparte più nascosta del muro. Ma quasi subito vi fu rag-giunto dalla notizia, che il Senato lo condannava a pe-rire di supplizio allantica. Egli domandò qual fosse questosupplizio, e udito che consisteva nellinforcare il collodel reo, e nel battere colle verghe pubblicamente il nudo 426 E SUA SCONCIA MORTE. [ corpo finché spirasse, fu preso da più fiera paura, etrasse di sotto due pugnali, ne tentò la punta, e poi liripose dicendo, che ancora non era giunto il fatai mo-mento. Chiese all infame Sporo che cominciasse i la-menti, pregò che alcuno gli facesse cuore col proprioesempio ad uccidersi, e si rampognò di viltà. Alla fine,. Nerone (Mongez, Icon Rom.^ pi XXX, u. 1). alludire il rumore dei cavalli correnti a cercarlo, ripetèil verso dOmero « Sento il rumor dei pronti corridori » *,e rammaricandosi che in lui finisse un artista si grande,coUaiuto del liberto Epafrodito si dette del pugnale nella J Iliade, X, 535 Gap. II.] NERONE ANTICRISTO. 427 gola, e sconciamente, come aveva vissuto, morì ai 9 giù- nJasfi^digno alletà di 30 anni e sei mesi, nel decimo quarto anno g. e. suo principato (). Due nutrici e Atte sua concubinagli prepararono rogo e funerali, e lo deposero nel se-polcro di casa Domizia sul colle degli Orti, ove è oggi lalieta passeggiata del Pincio *. Lasciò Roma e lItalia piene di sangue e di devasta-zioni e rapine, e contaminate da non più viste libidini,delle quali durò vivo il ricordo fino alletà più egli fu adorato e desiderato dalla canaglia, per cuiridusse la vita a un baccanale continuo, nella memoriadi tutti gli uomini onesti rim


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