Nuovi ritratti letterari ed artistici . e in unii cerimonia publjlica,in piazza, ricevuta da lui, ministro, la noti/i;idel solito «moto proprio» del re, s^era messo apiangere di gioia così a dirotto, clic non sapendoegli in (jual altro modo troncar dun colpo lascena, trojpo patetica, aveva gridato alla bandalì presente : — Musica !—^ e le note della mar-cia reale avevano oppor-tunamente soffocato isinghiozzi. Fra un aned-doto e laltro, disjjutò alungo, non so più con chi,su quali vinai di Firen-ze dessero il Chianti mi-gliore; e ho presento chela signora Emilia, chequei discorsi sentiva, ma-le


Nuovi ritratti letterari ed artistici . e in unii cerimonia publjlica,in piazza, ricevuta da lui, ministro, la noti/i;idel solito «moto proprio» del re, s^era messo apiangere di gioia così a dirotto, clic non sapendoegli in (jual altro modo troncar dun colpo lascena, trojpo patetica, aveva gridato alla bandalì presente : — Musica !—^ e le note della mar-cia reale avevano oppor-tunamente soffocato isinghiozzi. Fra un aned-doto e laltro, disjjutò alungo, non so più con chi,su quali vinai di Firen-ze dessero il Chianti mi-gliore; e ho presento chela signora Emilia, chequei discorsi sentiva, ma-le, e aviebbe voluto cheil suo illustre amico des-se a. certi nuovi commensali un saggio di sépiù conforme alla loro aspettazione, rispose auna domanda di lui sullargomento : — Non mene intendo, non mi piace; — al che (>gli ri-battè ridendo: — A uw invece j)i^iCe, e me neintendo. — Era forse in lui uno di quei ghiribizzivanitosi duomini celebri, che a chi li vede perla prima volta si voglion mostrare in un aspetto. Marco Minghetti. 92 UN SALOTTO FIOREXTiyO impre^isto. seducendo gli sconosciuti conia osten-tazione di tuttaltre facoltà da quelle per cui san-no di essere ammirati. E questo scopo ottennesenza dubbio quella sera perchè celiò, raccontò,discusse dogni cosa con arguzia felicissima econ unagilità di parola veramente maravigliosa,mettendo anche in quei discorsi leggeri un certotono di magniloquenza e una larghezza teatraledi mimica che mi faceva balenar davanti il ^larcoMinsfhetti del Parlamento. Ho accennato più volte la ton*e della villa del-lAnt ella : la- quale non aveva di torrealtro che il nome, non essendo che una piccolacostruzione quadrata, posta in un angolo del ]DÌc-colo giardino, coronata duna terrazza col para-petto di mattoni, donde si correva con locchiogiù per uliveti e vigneti fino a Firenze. Quellaterrazza era dal maggio allottobre il salotto dicasa Peruzzi, e la signora non labbandonava chea malincuore quando i


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