. Atti della Accademia gioenia di scienze naturali in Catania. Natural history. Erusione etnea del 1910 33. Fig. 20. Le l'ocche eruttive e la neve a Volta Girolamo (Fot. PERRBT.âSoc. sism.) lava incandescente e le bocche fumanti a pochi metri, talvolta a pochi decimetri, dalla bianca copertura di neve. Verso la Volta di Gercjiamo (tìg. 20) il crepaccio fumante era cii-condato da declivi nevosi ; alla Tacca Alba- nelli, sulla parete a picco â della tacca di neve, si e- stendevano scorie, lapilli e piccole colatine a lico- prirla. Quando la lava tluida veniva a contatto colla ne- ve, in genei'a
. Atti della Accademia gioenia di scienze naturali in Catania. Natural history. Erusione etnea del 1910 33. Fig. 20. Le l'ocche eruttive e la neve a Volta Girolamo (Fot. PERRBT.âSoc. sism.) lava incandescente e le bocche fumanti a pochi metri, talvolta a pochi decimetri, dalla bianca copertura di neve. Verso la Volta di Gercjiamo (tìg. 20) il crepaccio fumante era cii-condato da declivi nevosi ; alla Tacca Alba- nelli, sulla parete a picco â della tacca di neve, si e- stendevano scorie, lapilli e piccole colatine a lico- prirla. Quando la lava tluida veniva a contatto colla ne- ve, in genei'ale si solidifi- cava rapidamente in masse molto vetrose, come nelle colate di Tacca Albanelli. Ma non di lado reagiva coir acqua fusa e dava o- rigine a piccole manifesta- zioni eruttive secondaiie. La neve poi si impastava colle sabbie, e colle cenei'i in modo speciale, e si aveva così un fango gelato che formava come delle grosse ed ii iegolari stalattiti (fì) a drappeggio, in talune delle \'oragini superioi'i. Sul Piano del Lago la neve aveva il tipico a- spetto della " neve penitente â vedi (tìg. 11), ma tale aspetto nulla a\eva a che fare colla eruzione, poi- ché, per effetto del vento, sul Piano del Lago si ha spesso questo aspetto, all'infuori di ogni feno- meno ei'uttivo. 1 bl(jcchi incandescenti emessi dalle bocche su- periori agiiono poi sulla neve in due modi svariati; nella maniera stessa colla quale agiscono i sassi ed i blocchi sui ghiacciai. Si vedevano cioè interi campi di neve tutti sfo- racchiati ad imbuto. Questi imbuti variavano nel loro diametro, e da pochi centimetri giungevano an- che ad un metro e più. Notai sino dai primissimi gioi'iìi questo interessante fenomeno, e per mio conto ne trovai una spiegazione nel fatto, che in ognuna delle bocche da me esaminate tiovai un pi'oiettile lavico. Questo, caduto incandescente sulla neve, vi si era sprofondato per fusione di essa, analogamente a quanto avviene pei ciottoletti di
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