. I tornei, 842-1883 : memorie di cavalleria e d'amore, poeti e battaglieri dal Tamigi al Giordano . Montgommery. l regno di Enrico II di Fran-cia andò noverato fra quellipiù rovinosi per la nazione,>i per le colpe del re comeper leredità lasciatagli dalpadre, lavventuriero e dis-soluto Francesco I. Questi, che i suoi adula-tori chiamarono il re cava-liere, ha avuto dalla storiaben altro giudizio. Ebbe cer-tamente del cavaliere erranteil coraggio, la spensieratezza,? una certa prodiga genero-sità, di cui il merito era pocoper chi spendeva il denaro deipropri sudditi, non il suo. Ma la lealt
. I tornei, 842-1883 : memorie di cavalleria e d'amore, poeti e battaglieri dal Tamigi al Giordano . Montgommery. l regno di Enrico II di Fran-cia andò noverato fra quellipiù rovinosi per la nazione,>i per le colpe del re comeper leredità lasciatagli dalpadre, lavventuriero e dis-soluto Francesco I. Questi, che i suoi adula-tori chiamarono il re cava-liere, ha avuto dalla storiaben altro giudizio. Ebbe cer-tamente del cavaliere erranteil coraggio, la spensieratezza,? una certa prodiga genero-sità, di cui il merito era pocoper chi spendeva il denaro deipropri sudditi, non il suo. Ma la lealtà, la fede ver--0 gli amici, la pietà, o al-meno lonestà verso i deboli,virtù cavalleresche in sommo grado glimancarono affatto. Spergiuro, traditore, facile a mutarpar-te colla prontezza di una banderuola che si piega allo spirare delvento, Francesco tradì Firenze, che pagò colla perdita della li-. GIOSTRE E TORNEI berta, lerrore di aver creduto alla parola delia Francia; tradìCarlo V, al quale negò di osservare i patti che per uscire diprigionia aveva giurati; tradi i suoi sudditi, il suo alleato Cle-mente VII, gli amici, le amiche, e mori in modo degno dellasua vita, infetto da un morbo infame, che per vendetta di un ma-rito gli era stato comunicato da una delle sue amanti. Il figlio, non degenere dal padre, ebbe la più funesta influenzasullavvenire del paese. Allestero la fortuna della Francia de-clinava; la guerra temerariamente intrapresa da Francesco I,minacciava di travolgere lesistenza stessa della monarchia deiValois. Un principe savoiardo, il magnanimo duca Emanuele Fili-berto, aveva assunto il eternando degli eserciti spagnuoli cheFilippo II, il Demonio del Mezzogiorno, mandava contro laFrancia; altra via non si schiudeva al valoroso per riavere ilretaggio dei suoi padri, occupato dai Francesi e Spagnuoli. Labattaglia di San Quintino, in cui Emanuele Filiberto era
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