Redia . identità ammessa dal Moniez e perciò ritengoche convenga mantenere il dubbio in proposito e se si tenesseronel debito conto le misure date dal Brady (Y^, di pollice) pel suoG. marinus converrebbe escludere assolutamente che si tratti del-l^, glabriusculus. Il Moniez ha bene descritto la specie (loc. cit.) ed ha dato an-che qualche figura, come ha fatto bene a tenerla discosta dai Ga-masus propriamente detti, sebbene non convenga affatto avvicinarlaai Zereon, che fanno parte daltra famiglia. Questo autore la indica come molto comune sotto i Fucus chericoprono le roccie invase dalla mare


Redia . identità ammessa dal Moniez e perciò ritengoche convenga mantenere il dubbio in proposito e se si tenesseronel debito conto le misure date dal Brady (Y^, di pollice) pel suoG. marinus converrebbe escludere assolutamente che si tratti del-l^, glabriusculus. Il Moniez ha bene descritto la specie (loc. cit.) ed ha dato an-che qualche figura, come ha fatto bene a tenerla discosta dai Ga-masus propriamente detti, sebbene non convenga affatto avvicinarlaai Zereon, che fanno parte daltra famiglia. Questo autore la indica come molto comune sotto i Fucus chericoprono le roccie invase dalla marea e cita il Brady il qualeavrebbe trovato il suo Gamasus marinus oltre che nelle fessuredelle roccie ricoperte dalle maree presso Sunderland, ancora (unesemplare) fra le alghe dragate al largo delle isole Cuiubray, il che 112 ANTONIO BERLESE signitìcherebbe che la specie può vivere anche costantemente som-mersa. Bisognerà però sempre accertarsi che si tratta veramentesempre dellIT,


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