. vna lettera ad vn Signore,© ad vna donna, & non fapcn-do io farla da mefteffo ,lafacesfifardaaltri in mio nome > che allora quel-la lettera è chiamata mia, & non di colui che la fa per me,ne fi ha di lui al-cun conto, ò alcuna notitia ; & fé pur alcuna fé nha , e quanto quella , chefi ha del Secretarlo,© del Cancelliere, che (criuc lettere per il Signor fuo,X.àondeilfarnoiImprefc per altri,sintende propriamente quando noi fac-ciamo Imprefa ad onore altrui, come nelle già dettc,chc fi vedranno in que-fto volume. Nellequalirimpref


. vna lettera ad vn Signore,© ad vna donna, & non fapcn-do io farla da mefteffo ,lafacesfifardaaltri in mio nome > che allora quel-la lettera è chiamata mia, & non di colui che la fa per me,ne fi ha di lui al-cun conto, ò alcuna notitia ; & fé pur alcuna fé nha , e quanto quella , chefi ha del Secretarlo,© del Cancelliere, che (criuc lettere per il Signor fuo,X.àondeilfarnoiImprefc per altri,sintende propriamente quando noi fac-ciamo Imprefa ad onore altrui, come nelle già dettc,chc fi vedranno in que-fto volume. Nellequalirimprefa fi ha da chiamarImprefa di colui, che lafa,& non di colui, òdi colei, per cui onore ò gloria fi fa, sì come in quel-la diuolgatisfima della Cometa, che fi chiama Imprefa del Cardinale de Me-dici, il qual ne fu Autore,& che auea quel penfiero,& quella intentioncdeflaltarquellagran Signora, & non fi chiama Imprefa di Donna Giulia»Aiiziin quefte tali ha da ftaria libero arbitrio dellAutore linterpretar ò di-chiarare ). DELLE IMPR. AD ON. ALTR. 21 cliiarare,chi egli voglia intendere con taUmprefa . Ma, quando qiiefte cosìfatte per gloria &onoraltrui non abbiano il nome c^prelFo ddlAutor cherhafatte,bafta che nel nominarle, ò nel foprarcriuerle_, & intitolarle li dica-no con la parola Per, Per Carlo dAuftria, Per Donna Ippolita, & cosi dognaltra,£tilmederimopuò& deu« riftrettamente oiTeruarii ancor ne altramente facendo,cioè,mettendole come Imprefcdi quei medefimi j di chi hanno il nome, & per fatte da loro ftesfi per fé ftef-fijverrebbono a non poter fLiggirilbiafimo dellarroganza^che fconciamcntcfi vederia nel così altamente lodarfi da fé medefimi j come altamente foglionocotali ImpFcfe laudare & elTaltar coloro^per chi fi fanno. DELLA PERSONA DELLAVTOR NELLIMPRESA. GAP. Vili. R A in quelle, che facciamo per noi medefimi, fuole TAiito-re,ò colui che le fa,comprcndcre_,ò intendere la perfbna fuanelle figure fole,nel Motto roIOj& ancora


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