. Poesie pel solenne ingresso di Sua Eccellenza il signor Alvise Contarini 2do Kr. alla dignità di proccuratore di S. Marco . -»m>mf~ ..ONETTO^ Amor fenda per Voi Cefare un giorno,Che fanciullo fanciul vedeavi allora,Quando fu il Padre allimmortai SignoraLegato, che a Iftro impera, e ai Regni intorno, Voi pur colà felle Orator ritorno, Spedito a Lui, che la Germania onora,E delle Doti, ond Ei prelago ancoraFu in Fanciullezza, vi mortrafte adorno. Egli crebbe allImpero, e già fu1 TronoRagion portollo, e lalto fuo valore,Del Cielo, e della Madre amabil dono: Voi crefcefte alla Patria, e non m


. Poesie pel solenne ingresso di Sua Eccellenza il signor Alvise Contarini 2do Kr. alla dignità di proccuratore di S. Marco . -»m>mf~ ..ONETTO^ Amor fenda per Voi Cefare un giorno,Che fanciullo fanciul vedeavi allora,Quando fu il Padre allimmortai SignoraLegato, che a Iftro impera, e ai Regni intorno, Voi pur colà felle Orator ritorno, Spedito a Lui, che la Germania onora,E delle Doti, ond Ei prelago ancoraFu in Fanciullezza, vi mortrafte adorno. Egli crebbe allImpero, e già fu1 TronoRagion portollo, e lalto fuo valore,Del Cielo, e della Madre amabil dono: Voi crefcefte alla Patria, e non mai laflòFin là giungere, onde al Ducale Onore,Salva la Libertà, vi manca un paflò. B 3 del- ( XX11 ) DELLO STESSO \ &&&£&&. La vifta rallegrar dun Popol fiero Coi fiioi Trionfi Roma fol potea;Quando avanti il fuo Carro andar faceaJ Re prigioni il Vincitore altero. Più che di fé del fuo Signor primieroIl rio deftin la Turba vii piangea;Mentre lui fchiavo, e le Città vedeaVinte in fafto portar fotto altro impero. Un Trionfo di Pace a Voi prepara, Genio di quefto Ciel, di quefte Sponde,Depremj fuoi non mai la Patria avara. Per cui fpira Vinegia, e le vie tutte Feda, e piacer: ne a contristarla, altrondeVengon Prigioni, o le Città dinrutte. D i ( XXIII ) DI N. DEDICATE JlLL>A NOBIL DONNsf MARIA VENIER CONTARINI CAVALIERA E PROCCURATESSA . Dal tuo lungo pofar forgi, e riprendi La polverofa cetra, e penfa intantoChe la mano a temprar le corde flendi,Allalto obietto, che ti fveglia al canto:Solo non farai già fé non intendiLe ofcure cifre appien, per cui fon tantoChiari, e famon* allalta vetta in cima I nomi degli Eroi, che il Ciel fublima. Così mi parve udir dal fonno oppreflò, Mentre lo fpir


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