. Annali del Museo civico di storia naturale Giacomo Doria. Natural history. GIACOMO DORIA 21. Arturo Issel vati nella schiera dei tassidermisti (*). Così il Museo dal punto di vista delle preparazioni non poteva desiderare di meglio. Il posto di inserviente fu dapprima co- perto da diversi avventizi e infine fu nominato Pietro Cordone, detto Spigno, che prestò servizio finché, pei limiti d'età, passò fra i pensionati. Sarebbe una colpa passare sotto silenzio l'ope- ra di questo onesto e solerte lavo- ratore, che durante la sua lunga carriera non ebbe mai un mo- mento di riposo, né si lagnò ma


. Annali del Museo civico di storia naturale Giacomo Doria. Natural history. GIACOMO DORIA 21. Arturo Issel vati nella schiera dei tassidermisti (*). Così il Museo dal punto di vista delle preparazioni non poteva desiderare di meglio. Il posto di inserviente fu dapprima co- perto da diversi avventizi e infine fu nominato Pietro Cordone, detto Spigno, che prestò servizio finché, pei limiti d'età, passò fra i pensionati. Sarebbe una colpa passare sotto silenzio l'ope- ra di questo onesto e solerte lavo- ratore, che durante la sua lunga carriera non ebbe mai un mo- mento di riposo, né si lagnò mai della soverchia occupazione. Egli, veramente instancabile, sacrifi- cava con animo sereno le ore dei suoi pasti ed i giorni che avrebbe dovuto aver liberi. Nei tempi che corrono, in cui qua- lunque frastaglio di tempo all'infuori dell'orario normale vuol essere retribuito, fa realmente sorpresa il pensare che abbia esistito un uomo di tal fatta, ed io di tutto cuore voglio porgergli una parola di reverente stima e gratitudine. Intanto, mentre si lavorava alla sistemazione delle collezioni, bisognava pur pensare ad accrescerle e prima di tutto era natu- rale di prendere in considerazione anche la fauna nostrana. Da ciò l'inizio. di frequenti gite zoologiche e le sollecitazioni presso gli amici residenti in diversi punti della Liguria, affinchè porges- sero anch' essi il loro gentile concorso. Nell'epoca della villeggiatura, rimanevamo soli in città e per produrre maggior lavoro, si passava l'intera giornata al Museo, dove Abdul Kerim, cui la nuova qualità di preparatore non aveva fatto perdere le antiche doti culinarie, ci ammaniva i nostri modesti pasti. Alla sera però ci recavamo alla villa di Borzoli. Questa villa era il vero tipo delle villeggia- ture patriarcali degli antichi patrizi genovesi; situata sopra una amena collina, la cingeva a tergo un'estesa e fitta pineta, cui si accedeva per mezzo di lunghi viali, fiancheggiati dai classici cipressi. (*) R. Gest


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