Opere del conte Algarotti . invidioso della gloria; un uomo, chetentò il più sovente di avere per altruimezzo quello, che ottener poteva esso stes-so , e per cagion d altri venne a quegliestremi, che porre in opera per sé nonardì giammai ; che componeva quando era più (i) De Pompcii exitu mihi dubium min*quam fuit. Tanta enim desperatio renivi ejusomnium regum et populorum animus occupa-rat, ut quocumque venisseC, hoc putarem fu-tura ni . Non possum ejus casual non dolere .Hominem enim integrum et castum et gra-vem cognovi. Epist. 6, lib. XI. ad Attic. sul Triumvirato. 3oq più forte, e minacci


Opere del conte Algarotti . invidioso della gloria; un uomo, chetentò il più sovente di avere per altruimezzo quello, che ottener poteva esso stes-so , e per cagion d altri venne a quegliestremi, che porre in opera per sé nonardì giammai ; che componeva quando era più (i) De Pompcii exitu mihi dubium min*quam fuit. Tanta enim desperatio renivi ejusomnium regum et populorum animus occupa-rat, ut quocumque venisseC, hoc putarem fu-tura ni . Non possum ejus casual non dolere .Hominem enim integrum et castum et gra-vem cognovi. Epist. 6, lib. XI. ad Attic. sul Triumvirato. 3oq più forte, e minacciava quando meno; chenon voleva soffrire un eguale, e non sape-va essere il primo; né buon cittadino, néardito principe; vacillante fra due fazioni,temuto dalluna, e dispregiato dallaltra;senza avvedutezza per lavvenire, e senzarte dissimulatore; felice di aver combattu-to i servi dopo Crasso, daver, morto Ser-torio, guerreggiato in Ispagna, ed in Asiadopo Lucullo; ma infelice in fine daveravuto un Cesare per JlHHnym~iitiTmrfflnnni » w mrrrrirTmTmimTmTnOTflinngiinnn] V 3 5io Saggio SEZIONE TERZA CESARE. Jo vengo con piacere a discorrere di unuomo, i fatti del quale saranno maiseuiprecantati dalla voce eterna del tempo. Fucertamente Cesare il più grande del trium-virato , e per una certa mistura di varie esuperiori qualità, che atto lo rendeano adogni cosa, il primo di quanti Italiani maifossero, allorquando e davano pulitezza ecostumi, leggi e lingua alluniverso soggio-gato dall armi loro. Se io sarò più lungoin quest articolo che negli altri stato nonsono; arresta costui qualunque più frettolosapenna (1), come Piaffaello in sé fìssa i pas-seggeri sguardi: e se più che di critica pa-resse altrui aver quest articolo sembianzadi panegirico, imputarne dovrassi la colpa all CO Qui (diesar) scribenti manus injicit%et quemlibeù fcstinantem in se morari Patere. II. e. 41. sul Triumvirato. Sii all eccellenza di Cesare, anziché a man-canza in me des


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