Vite de' pittori e scultori ferraresi . in tutta que-st opera fatto abbiamo. Quindi è che stimando iocotali artefici degni di qualche commemorazione,giusta e ragionevol cosa ho stimalo, per non defrau- (i) Lanonimo restauratore tacque nella vita di Francesco Scala, come sèdetto , ciò che il Baruffaldi prometteva di scrivere in fine della propria operasugli artisti de quali ebbe poca notizia. Arrivato pertanto al termine della suariforma , si trovò pur anche in necessità di tralasciare le presenti memorie cherealmente trovansi autografe nel terzo scritto approvato dall autore. Invertìfrattanto


Vite de' pittori e scultori ferraresi . in tutta que-st opera fatto abbiamo. Quindi è che stimando iocotali artefici degni di qualche commemorazione,giusta e ragionevol cosa ho stimalo, per non defrau- (i) Lanonimo restauratore tacque nella vita di Francesco Scala, come sèdetto , ciò che il Baruffaldi prometteva di scrivere in fine della propria operasugli artisti de quali ebbe poca notizia. Arrivato pertanto al termine della suariforma , si trovò pur anche in necessità di tralasciare le presenti memorie cherealmente trovansi autografe nel terzo scritto approvato dall autore. Invertìfrattanto 1 ordine tenuto dal Baruffaldi, trasportando questi individui nella pre-fazione , a proprio genio rifusa ed ampliata, con mente di farla comparire delBaruffaldi medesimo. Cesare Barotti, nel copiar quel preambolo, se ne lamentòcon postilla , allorché in un rappezzamento lesse — come già osservò il Ba-ruffaldi al quinto libro (iella Storia di Ferrara ( pag. 284 ) ; dunque , dice ilBarotti, non è il Baruffaldi che scrive. !. S. CATERINA DE-VE GEI V. — 387 — dare il loro merito, di farne in capo all opera miauna brieve ricolta, tanto che la loro memoria nonrimanga onninamente perduta. E primieramente cominciando dalla più degna per-sona., io trovo che la mirabile santa Caterina Vegri,nata da Giovanni Vegri ferrarese, e già monaca inFerrara, e poi fondatrice del monastero del CorpusDomini in Bologna dove morì, fu eccellente minia-trice, e questo suo virtuoso diletto si vede nei librimanoscritti da essa lasciati sì in Ferrara che in Bo-logna ne quali mostra molta diligenza ed attenzio-ne; si vede che usava nel disegnare e colorire divaghe tinte varie minuzie gentili, secondo che me-glio a lei parea fatto, ma specialmente la materia lorichiedesse. Il suo diletto era di effigiare il BambinoGesù in varie fogge, e forse più in quella eh essaocularmente vide, quando Maria Vergine a lei nelseno Io depositò vivo e palpabile. Io mi pregio piùche d altra preziosa cos


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