. Poesie pel solenne ingresso di Sua Eccellenza il signor Alvise Contarini 2do Kr. alla dignità di proccuratore di S. Marco . verde Uliva,Felice rendi queft Adriaca riva. Tempo già fu, ehallOttomano audaceAdria fpeflò portò terrore, e morte :Or fopra i fuoi Trofei di lunga paceCoglie i frutti del braccio ardito, e forte;E qual dItalia luminofa face,Defta invidia in altrui della fua forte,Che mentre il Mondo tutto arde di lei Giano il fuo Tempio non diflèrra. In sì tranquillo fuol crefean felici I tuoi Figli o Signore, al Padre eguali; E pregiati da fuoi, del Cielo amici, Non paventi


. Poesie pel solenne ingresso di Sua Eccellenza il signor Alvise Contarini 2do Kr. alla dignità di proccuratore di S. Marco . verde Uliva,Felice rendi queft Adriaca riva. Tempo già fu, ehallOttomano audaceAdria fpeflò portò terrore, e morte :Or fopra i fuoi Trofei di lunga paceCoglie i frutti del braccio ardito, e forte;E qual dItalia luminofa face,Defta invidia in altrui della fua forte,Che mentre il Mondo tutto arde di lei Giano il fuo Tempio non diflèrra. In sì tranquillo fuol crefean felici I tuoi Figli o Signore, al Padre eguali; E pregiati da fuoi, del Cielo amici, Non paventin dInvidia il morfo, e i Arali ; Siano i Jor cuor magnanimi, e pudici, E gloria innanzi a lor difpieghi lali, Padre, Figli, Fratello, animi egregi, ,Vonori ognor la Patria, e ognor vi fregi. Fé- ( XLI ) Felice me fé col mio rozzo canto, Altrui fvelai quanto nell alma io fento; Che fé le rime mie giungono a tanto, Degf incolti miei Carmi io fon contento; E fé fregiar virtù di ricco amanto Non feppe il labbro mio , pur non mi pento Serbifi ad alti ingegni la grand opra, Per me fpoglio di fregi il ver fi DEL ( XLI1 ) del signorGiacomo Cumano NOBILE PADOVANO


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