. Epistole eroiche di P. Ovidio Nasone . ra tanto lluol, nel mezzo a tantiNimici, ì regni tuoi difender folo :E verrà forfè al tuo figliuol con gli anni( Pur eh egli viva.) ardir maggior, e forza ;Ma r ardir mal valor del padre invittoDoveva a gli anni fuoi teneri, e preflo, e contraftare altrui,Et io che donna fon, timida, e vile,Non ho valor, del noftro albergo foreTrar gli avverfarj noflri : eh vieni UliflèEh vien più tofto tu ^ che del tuo figlio ^*Del vecchio padre tuo, della tua fpofaIl porto fei, la tramontana, e P aura. Tu ai pur un figliuol, che ben eh ei


. Epistole eroiche di P. Ovidio Nasone . ra tanto lluol, nel mezzo a tantiNimici, ì regni tuoi difender folo :E verrà forfè al tuo figliuol con gli anni( Pur eh egli viva.) ardir maggior, e forza ;Ma r ardir mal valor del padre invittoDoveva a gli anni fuoi teneri, e preflo, e contraftare altrui,Et io che donna fon, timida, e vile,Non ho valor, del noftro albergo foreTrar gli avverfarj noflri : eh vieni UliflèEh vien più tofto tu ^ che del tuo figlio ^*Del vecchio padre tuo, della tua fpofaIl porto fei, la tramontana, e P aura. Tu ai pur un figliuol, che ben eh ei d anni, efier dovea nodritoDa te con dolce, e con pietofo affèttoNe le paterne difcipline e ancor, come di tempo, e d anniE già carco Laerte , e come ei chiedeGià vicino al fuo dì, che tu fuo figliaGli chiuda gli occhj ; e deh rivolgi poiGli occhj a me tira conforte, a me, eh alloraChe tu quindi partifli, era in ful fioreDe gli anni miei più verdi, a te più cari :Ch or vecchia ti parrò , crefpofa, e bianca.,. ^^j-. Z^^it^f JT A J-j jLà ÌZa A DEMOFONTE EPISTOLA SECONDA. V^UELLA tua Fille, oDemofonte, quellaMilera Fille, che nel proprio albergoTe peregrin sì caramente accolfe ;Teco fi duol, che trapaffato è il tempo ,Che tu prefìllo al tuo ritorno mi giurafti, e promettefli, eh ìq 12 F I L L E Pria che la Luna una fol volta aveflè Girato il cerchio fuo , vedrei fermare Le vele, e i legni entr a bei noflri porti. Et ella già nel primo ciel s è moftra Quattro volte crefcente, e quattro fcema : Ne però torni, ond al contar de T ore , ( i^ne noi ch^ amiamo , annoveriam sì bene) Io non mi doglio innanzi tempo, e fono Stata dal mio fperar tardi tradita, Onde io, mal grado mio, pur lafla or credo Quel che creder mi nuoce , amante, e donna. Spello per tua cagion (mifera) fuiA me llefTa bugiarda, e fpefTo ancoraFenfai, eh i fieri e procellofi NotiMi ritornaflèr Demofonre eI legno;E fpeffo al padre tuo bramai la morte ;Credendo eh ei ti rit


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