. Emblemi di Q. Orazio Flacco . pron. VUom gìufto allora che la Fama incontra OJferva dice, pur la mia bifaccia ,Tanto dal lergv, crjc aai peno, e vedi Quel che dentro ritien eh io non tei vieto. Anzi fé il vuoi non fa della mia cafa A te porta o finejira mai ferrata. Tutto ciò che TUomo virtuofo non vorrebbe che (Ipubblicane, non ardifce neppure di penfarlo o diceva che la ftrada più vicina alla Gloria è quelladi eder tali, quali fi delidererebbe di efler creduti. Lìp/. negli Avendo in animo Livio Drufo di fabbricare una Cafa, PoT/^ lArchitetto gli fi offerì di coftruirla in


. Emblemi di Q. Orazio Flacco . pron. VUom gìufto allora che la Fama incontra OJferva dice, pur la mia bifaccia ,Tanto dal lergv, crjc aai peno, e vedi Quel che dentro ritien eh io non tei vieto. Anzi fé il vuoi non fa della mia cafa A te porta o finejira mai ferrata. Tutto ciò che TUomo virtuofo non vorrebbe che (Ipubblicane, non ardifce neppure di penfarlo o diceva che la ftrada più vicina alla Gloria è quelladi eder tali, quali fi delidererebbe di efler creduti. Lìp/. negli Avendo in animo Livio Drufo di fabbricare una Cafa, PoT/^ lArchitetto gli fi offerì di coftruirla in forma che niunoal di fuori poteffe dominarla, e vedelle linterno. Che anzidille egli, impiega la tua arte a coftruirla in modo chequello che io to polla effer veduto da tutti. Senll lodevolie degnidi un animo grande».. Stuec. Nulla opererò per acquiftarmi reputazione, ma tutto per fodisfare alla mia cofcienza. In faccia al Popolo operereiappunto conforme a quanto mi detterebbe la mia cofcienzaelfendo folo con jSt^. £^i^-èi 55 NIMIIL SILMjYTIO VTILIUS (jr fi deli tuia (ìlenth Lib. i. Merce s. Arcanum iieqiie tu fcrutaberts nlliiis unquam : lib. r. _, . - , . , . Epift. iS. Commjjjiimqiie teges, ^^ vino tortiis, c^ ira. Harpocratem hic vidcs, filentii Deum, digiro labellum,quamquam media inrer vina ; & iram, comptfcenteni. Nihil acque proderi t quam quiefcere, Se minimum cimiaJiis loqui, & plurimum fecum. VìrtHtnm prhnam ejfe pitta ^ compefcere /ìnguam: Cato,Proximus ille Deo, qui fcit ratime tacere. Nefcit vox mijfa reverti. tacitus pafci /ì poffet corvus-, haberet Lib. i. Epift. 17. Plus dapis, (^ rix£ multo mintis invidÌ£qiie, Xenocrates io convivio rogatus , cur ceteris gardentibus racerer? Nitmqitam., efyoridi., tacttijfe p(£7ìittiìt ; locutttmffipius. Idem quoque diem fuas in partes diliribuens, etianilìlentio fuam IL SILENZIO H UTILISSIMO- Lib. 3. JiLla fé del Jìlenzìo i fommì Dei ^^- *• Dtcìetaìouo certa amp


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