. Collezione di monografie illustrate . tabilìspiegandovi tutta la sua attività agricola e pastorale. Dapprima questa gente menò quivi la vita seguendo i costumi semplici e rozzidella madre patria, ma poi h andò a mano a mano nobilitando e ingentilendo me-diante le relazioni e il commercio che strinse coi navigatori orientali approdanti alle 2 14 ITALIA ARTISTICA coste dellAdriatico per acquistare le lane indigene e darne in cambio stoffe di Tiro edi Sidone, armi, bighe, oggetti di ornamento e di uso famigliare usciti dalle officinepreelleniche. Un forte nucleo di questi Sabini, giungendo — du
. Collezione di monografie illustrate . tabilìspiegandovi tutta la sua attività agricola e pastorale. Dapprima questa gente menò quivi la vita seguendo i costumi semplici e rozzidella madre patria, ma poi h andò a mano a mano nobilitando e ingentilendo me-diante le relazioni e il commercio che strinse coi navigatori orientali approdanti alle 2 14 ITALIA ARTISTICA coste dellAdriatico per acquistare le lane indigene e darne in cambio stoffe di Tiro edi Sidone, armi, bighe, oggetti di ornamento e di uso famigliare usciti dalle officinepreelleniche. Un forte nucleo di questi Sabini, giungendo — durante la loro immigrazionenel Piceno — nella pianura dove i fiumi Tronto e Castellano, dopo aver scorso per golestrette tra maestosi monti e pittoresche colline, si congiungono per correre più ga-gliardamente su di un solo letto verso la comune foce, vi si era arrestata e laveva scelta come sua sede. I mille astati qui fermò il connubiosacro dei fiumi, onde le argentee spirevider del Tronto la selvaggia valle rompere al VEDLTA PARZIALE DELLA CITIA. (Fot. Gargiolli). E in questa pianura appunto, presso la confluenza dei due fiumi, incominciò asorgere Ascoli per opera di questa gente sabina, la quale non poteva inveroscegliere un punto migliore per fondarvi una città. Essa, fortificata naturalmentedalle alte rupi sotto cui scorrono rapidi il Tronto e il Castellano, poteva resi-stere a qualsiasi invasione nemica; tutto allintorno — dal colle di San Marco, belloper il suo manto verde di castagni e di querce e per la sua cima coronata da unaroccia gigantesca di travertino dai cui meandri scaturiscono fresche e dolci acqueche in numerosi rivoli spumeggianti scendono giù pel declivio cercando il piano,agli ardui monti Sibilhni, ricchi di pascoli ; dal selvoso monte dellAscensione allaubertosa vallata corsa dal Tronto — era un continuo .succedersi di boschi, di prati,di corsi dacque, di ampie distese pianeggianti, atti a favorire grandemente lope-rosità dì que
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