Vite de' pittori, scultori ed architetti, che anno lavorato in Roma : morti dal 1641 fino al 1673 . lo che è un argomento I della fiia incertezza . Qiiello che io fono perdire mi è flato afTicurato da perfone fiie ter-razzane, e tal quale Io efpongo nella mia ifto-ria , nulla premendomi, che fia preferito allaitre vero merito del Baruieri nafce dal fuo fapere , e non habifogno daltro appoggio per rend^rfi rifpettabile ad ogniu-no di noi, che ne conofciamo il valore. Dicefi adunque,che lanno 1^90. Gio. Francefco nacque in Cento terra traBologna, e Ferrara, foggetta neirEcclefiaftico


Vite de' pittori, scultori ed architetti, che anno lavorato in Roma : morti dal 1641 fino al 1673 . lo che è un argomento I della fiia incertezza . Qiiello che io fono perdire mi è flato afTicurato da perfone fiie ter-razzane, e tal quale Io efpongo nella mia ifto-ria , nulla premendomi, che fia preferito allaitre vero merito del Baruieri nafce dal fuo fapere , e non habifogno daltro appoggio per rend^rfi rifpettabile ad ogniu-no di noi, che ne conofciamo il valore. Dicefi adunque,che lanno 1^90. Gio. Francefco nacque in Cento terra traBologna, e Ferrara, foggetta neirEcclefiaftico al Bologne-fe, e nel Temporale alla giurifdizzione di Ferrara. Il Pa-dre fuo chiamolfi Andrea , ed era povero contadino , chiijviveva andando appre/To ai carri da Buoi , che portavano 3Bologna legne, e fafci. Menava feco aitai fpefTo queflo fuopiccolo figliuolo, fervendofi di lui j-ier guida del carro , eper follecitatore degli animali . Coli occafione , che li Ca-racci dimoravano in Bologna , portando loro bene fpelfo deifafci, e delle legne , quando Gio. Francefco entrava nella A a a ilan-. ^70 G I O. F R A N C E S C O flanza ove lavoravano fi fermava come incantato a vederli di-pingere , ne fapeva da loro partirfi . E/Tendo o/Tervato da Aii-nil)ale, e dagli altri ci fecero riflefTìone, ed un giorno , cheflava così intento alla loro operazione , gli di/Te Agoftino ,imparerefti tu a dipingere ? al quale rifpofe francamente jsì, che io imparerei . Vien qua replicò fa così, e feceli unmezz occhio colla penna , e glie lo diede acciò feco il por-tafle per imitarlo . Con allegrezza non ordinaria il prefeGio. Francefco , e giunto a cafa con grandiflìma preftezzafi pofe a copiarlo , ed avendone fatto una buona quantitàa/Tai comodamente bene , e ritornando a Bologna parevaglimiir anni di inoltrarlo ad Agoftino. Quando egli lo vide ,forprefo dallo fpirito del giovinetto. Io portò ad Annibale,e a Lodovico , e andarono tutti tre ugualmente quando Vuno , e quando V altro fegui


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