. La chiesa e il convento di S. Michele in Bosco. i essi di propria mano,cioè à carte 6. il Canuti,à carte 25. il Alfiere. ».Seguono i pagamenti ai due artisti. 1 Sintende che, nella nostra monografia non potevamo occuparcidei lavori e rifacimenti di poca importanza fatti nel convento special-mente nel secolo scorso. Ad ogni festa, ad ogni visita di prelati opontefici (si sa che i papi che furono a S. Michele in Bosco sononumerosi : vedansi le opere citate al principio del volume) eranonuovi restauri, ripulimenti, imbiancature. E questa una sorte a cuiben pochi monumenti bolognesi


. La chiesa e il convento di S. Michele in Bosco. i essi di propria mano,cioè à carte 6. il Canuti,à carte 25. il Alfiere. ».Seguono i pagamenti ai due artisti. 1 Sintende che, nella nostra monografia non potevamo occuparcidei lavori e rifacimenti di poca importanza fatti nel convento special-mente nel secolo scorso. Ad ogni festa, ad ogni visita di prelati opontefici (si sa che i papi che furono a S. Michele in Bosco sononumerosi : vedansi le opere citate al principio del volume) eranonuovi restauri, ripulimenti, imbiancature. E questa una sorte a cuiben pochi monumenti bolognesi hanno potuto sottrarsi. A S. Michelein Bosco, per esempio, nel 1786, in occasione della ricorrenza dellafesta del patrono S. Bernardo, fu ripulita e in parte rintonacata lachiesa, rifatte le dorature e inbiancati molti muri; si fece acquistodi nuovi brocati e pallii da Girolamo Corsini ricamatore e negoziantedi stoffe; Antonio Pizzoli restaurò e ripulì lorgano e un BernardinoLazari rilegò i libri da coro (Giornale di sagrestia 1777-1708).. — 81 — Lordine degli Olivetani ormai non godeva più delle ric-chezze e dell importanza dei secoli precedenti. Anche il con-vento di S. Michele in Bosco, che aveva veduto sì gran nu-mero di monaci aggirarsi pei vasti dormitori, dalla fine delsecolo XVII racchiudeva un più ristretto numero di religiosi. Daun elenco che abbiamo trovato fra certe miscellanee olivetanesi rileva che, per esempio, nel 1698, il convento non ospitavache cinquanta frati e 16 servi: numero però ancor rilevantein confronto di quello degli ultimi tempi che precedettero lasoppressione dell ordine. Abolite nel 1797 le corporazioni regolari religiose, gli ul-timi Olivetani di Bologna abbandonarono per sempre quellemura che avevano veduto tante vicende e tanto movimento divita artistica per quasi quattro secoli. E da allora il conventoservì a tutti gli usi. Prima fu caserma a un reggimento dipolacchi che vi lasciarono tracce durature del loro passaggio,poi nel


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