Relazione delle pubbliche feste fatte dalla città di Milano alli 7 di giugno 1716, per la nascita del Serenissimo arciduca Leopoldo, principe delle Asturie . ino delMarchefedi Santa CriftinaDon Carlo dEtte loro valoro-iiilìmo Compaftore , fotto il nome d Atefte_,Miriìnio, dove appunto h leifero le poefìe fe-guenti ; Ne avendo i meddlmi tanto credito aiparti del loro ingegno , che ardilfero dargli in_,luce , avvegnaché la Nobiltà numerofa concor-favi ne moftraile in udendogli uno ftraordinario gra- 42gradimento, contuttociò, obbligati dalle impor-tune inftanze de Cittadini , ftimaron megliofodd


Relazione delle pubbliche feste fatte dalla città di Milano alli 7 di giugno 1716, per la nascita del Serenissimo arciduca Leopoldo, principe delle Asturie . ino delMarchefedi Santa CriftinaDon Carlo dEtte loro valoro-iiilìmo Compaftore , fotto il nome d Atefte_,Miriìnio, dove appunto h leifero le poefìe fe-guenti ; Ne avendo i meddlmi tanto credito aiparti del loro ingegno , che ardilfero dargli in_,luce , avvegnaché la Nobiltà numerofa concor-favi ne moftraile in udendogli uno ftraordinario gra- 42gradimento, contuttociò, obbligati dalle impor-tune inftanze de Cittadini , ftimaron megliofoddisfare al pubblico defiderio, che alla lor pro-pia cofcienza,e fé li lafciaronoftrappar di manoraccomandandogli al patrocinio dellamata nonmen, che amante, lor Patria, che come lor Madrenon poteva non intereflarfì nella reputazione de*fuoi fìglivoli. Sappi intanto , che tutte le vocidi fato, de/imo, forte, fortuna, e di deità favolofe, inche alle volte inciamperai, fono frali da loro ufa-te per folita efpreflìone poetica, e non per fenti-mento della lor mente , che venera e profe/Ta^linfallibile verità della fanta Fede Cattolica .Sta EGLO- EGLOGA. Atefle 9 Nigeno, e Nerino. A^.Ì^XOve fi ratto, Atefle/ Il pafTo arrefla,1 J Che forfè ancor ver la Città ti guida:Qui fermarfi conviene : Arcadia è quella. Tenero fanciullin tratto alle grida Ebro trafcorra in quelle parti, e *n quelleA veder, come il volgo applauda, e rida. E dietro alle notturne alte facelle Perdali incauto , come a cui fembraifeVeder in ciel moltiplicar le ài rampogna : e qual desio ti tra/TeA turbarmi, o Nigeno ì In quello locoSo, che libero campo ai carmi dafTe. E fé talento ti venifTe un poco Di meco cimentarti, in prova fai,Che quando io vuo, non fon cantor da giocoA7 il fuperbo ! appunto intefo or mhai,Ma perche tema io nabbia, altro fi vuole,Che il mello fuon de tuo perpetui guai. Qui non cantiam dEurilla . Altre parole,Altro flil ne fa dvopo. In van tu pentì


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