. Dialogo dell'imprese militari et amorose . ne non infermaimacche poteua dir quella parola dell1Emngelm ne-mo no$ condvxit, ^IThorailSMarchejilo fece Generale dì tutti i caualli leggieri nella guer-ra del Piemonte. Dotte il Duca innanzi chepartijfimi domandò vnimprefaperlofiendardo, eperha-uerglì detto il ^Marchefé yche tre cofe conueniuano ìtal Capitanoicioè^trdirejiberalità, e vigilanza j ri-Jposio non gli ricordate Signore ne la liberalità, nilardire (battendole egli apparate da voi) ne anche lavigilanza,perche egli ha da natura di leuarfiinna-zi giorno ,o per andare a caccialo per leuarfi


. Dialogo dell'imprese militari et amorose . ne non infermaimacche poteua dir quella parola dell1Emngelm ne-mo no$ condvxit, ^IThorailSMarchejilo fece Generale dì tutti i caualli leggieri nella guer-ra del Piemonte. Dotte il Duca innanzi chepartijfimi domandò vnimprefaperlofiendardo, eperha-uerglì detto il ^Marchefé yche tre cofe conueniuano ìtal Capitanoicioè^trdirejiberalità, e vigilanza j ri-Jposio non gli ricordate Signore ne la liberalità, nilardire (battendole egli apparate da voi) ne anche lavigilanza,perche egli ha da natura di leuarfiinna-zi giorno ,o per andare a caccialo per leuarfitojto dalluogo ,ouc dorme Sopra che fi rifèvnpocoimalavigilanza,che voglio dir io comprende ogni cura, chefif rende per non ejfer colto aWimprouifo, e per potercogliere altri. Fecigli dunque per impreja vna Gruda metter nellofiendardo col pie manco alzato, convn ciottolo fra lunghie/imediocontra ilfennouomefcriue Plinio di quefti vcceUi marauigliojàmente au-ueduti,ecolbreue intorno ,che dice % officiym NATVRA DOCET. X9t LE IMFRBSR. oom. Ditemi glialtri Signori Re-gnicoli>piu antichi di quefio,non ce ne fu alcuno chefortaffequalchebella imprefa ? e i o. Ce ne fono fiaticerto y ma io non mi ricordo fé non di due >, lvna£ Andrea di CapouaDuca di Thermoléjhefu dre-ftremo valor militare, e laltra di Thomafo CarrafaContedi Matalone. il Duca nel fiore dell*et a fua, effendo fiato creato Capitano generale da Papa Giulio,morìa Ciuità Castellana con qualche foretto di ve-leno^chegh fu dato forfè da chigliportaua inuidia di■tanto honore. Vfaua per imprefa quefio Signore vnmazzo di corfefche da lanciare > era il motto \ fortibvs NON DEERVNT. 2> I xM. GI0V10. icp


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