. Dal mio Verziere : Saggi critici . etti del» male in terra, senza tentare di reciderlo, almeno» dentro di essi, e senza porre mente che se non ci» fosse stato il male, via, siamo giusti, nemmeno si» avrebbe mai saputo che cosa fosse il bene. Come sia-» mo ridicoli e lagrimevoli insieme ! » Ecco, non e è bisogno desser re per arrivare a que-sta conclusione. Tutti, grandi e piccoli, maestri e di-scepoli, purché portino in sé il germe dell analisi —dello splendido fior velenoso — sono sicuri di rimaner-ne vittima pei primi. È una delle nostre grandi mise-rie questa voluttà insaziabile della viv
. Dal mio Verziere : Saggi critici . etti del» male in terra, senza tentare di reciderlo, almeno» dentro di essi, e senza porre mente che se non ci» fosse stato il male, via, siamo giusti, nemmeno si» avrebbe mai saputo che cosa fosse il bene. Come sia-» mo ridicoli e lagrimevoli insieme ! » Ecco, non e è bisogno desser re per arrivare a que-sta conclusione. Tutti, grandi e piccoli, maestri e di-scepoli, purché portino in sé il germe dell analisi —dello splendido fior velenoso — sono sicuri di rimaner-ne vittima pei primi. È una delle nostre grandi mise-rie questa voluttà insaziabile della vivisezione, che cifa rialzare dissanguati, vacui, nauseati e sopratuttotristi della terribile tristezza dell impotenza e dellavanità. Almeno il male giovi, almeno le vittimeammonticchiate sugli altari servano a propiziare Y ar-te, la gran Speriamo. Ora ci dia un romanzo il Cantoni : un romanzooggettivo. Sarà un romanzo psicologico, fine, elegante;questa, più che una speranza, é una fede. I 2oeti nella proóa. Elda GianelU: Incontro (1) N sagace critico, il Brunetière, nel suo vo-lume sul romanzo naturalista, parla degliscrittori giunti al romanzo per diverso cam-mino, ognuno dei quali ha le vesti impre-gnate di un aroma caratteristico che sin-sinua e rimane nella grande officina. « .. .. Il j en adautres qui sont venus au roman par la poesie; ceux-ci,leurs déscriptions les trahissent, et si consciencieuse-ment quils sappliquent à la peinture de Texacte réa-lité, je ne sais quoi de délicat et de charmant ou dedouloureux et dému perce toujours, qui les fait recon-nattre poétes. » Subito si riconoscono. Come i nobili decaduti portanonella folla una nota personale di gracilità fine e soffe-rente che fa qualche volta una pietosa stonatura; cosinella prosa i poeti portano qualche cosa di esotico, digentile, di insolito, spesso di leggiadramente inespertoche parla del loro paradiso perduto. Qualche volta è una frase concentrata, tagliente, cheabbag
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