Della famiglia de Medici . artelli, e Fratelli, M D G X. 1 / AC SIGNOR C A V,A Li E R E BELISARIO VINTA 7rimo Segretario di Staio del Gran DucaFERDINANDO. GIOVAMBATISTA STROZZI. Jgentilifima lettera di V. S. innome di S. À dicendomi de fide*rarfi chio facefsi affetti diuerft ; e doppo il contentochio hebbi dellhauere a impiegarmiin co fa da poterfò-dtsfare a chi io fono obbligato a feruirey confeffo eh*io fuida timiditàfoprapprefo, veggedomi nelìiftejjo tempo afJalireda moltedifficultàenondipoco momento, e mafiamamenteintorno allorigine di famigliafinobile, dellaquale le tante opinioni h^nno f


Della famiglia de Medici . artelli, e Fratelli, M D G X. 1 / AC SIGNOR C A V,A Li E R E BELISARIO VINTA 7rimo Segretario di Staio del Gran DucaFERDINANDO. GIOVAMBATISTA STROZZI. Jgentilifima lettera di V. S. innome di S. À dicendomi de fide*rarfi chio facefsi affetti diuerft ; e doppo il contentochio hebbi dellhauere a impiegarmiin co fa da poterfò-dtsfare a chi io fono obbligato a feruirey confeffo eh*io fuida timiditàfoprapprefo, veggedomi nelìiftejjo tempo afJalireda moltedifficultàenondipoco momento, e mafiamamenteintorno allorigine di famigliafinobile, dellaquale le tante opinioni h^nno fatto che per auuenturaenonfipcfja hauerne altro di certo che lincertitudine,ma cjueHa nelle famiglie che rifplendono fommamentenonfuoleella ef ere per lo più di nobiltà inditio maggio*re f lofer me direi che in toro fidour ebbe fare come nelle A z feientie. * t fcientie, nelle quali iprincipii nonfi pr ottano jtna fi pre*Jùppongono : e che e douejfe bafìare che le prime hotitieche gì autori approuati ne danno,fuj]ero come fon quelledella famiglia deJMedici in Già: Villani e ne gif altribif orici buoni. Con tutto ciò fifatta è la curio/ita e fisfacciata e ladulatione, che Ivna vuol pur ritrouare, elaltra non fi vergogna a mentire. lo che da queste comeV. fui fempre lontano e farò non nego di non hauercon ogni diligenza ricercato ogni libro, è ogni frittura >donde io-babbiapenfato di poter venirne in tanto difcordano fra loro>efe in cambio di luce féne trahepià tofto ofcurità, non è egli megliofen^a ade-rire quel che affermar non fipuò, argomentarne la grandeZ^a di ler>cbe dando a tutti variamente che dir erutti-gli fa concordare nel darle qualche origine grande t loperir ernia lk&tralafciate] e nel refante bòprefoperguidàglbifloricii enoniToeti, forfè altra volta ancor /•prènderò per


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