Milano . del 1344 in S. Marco, di-viso in due zone con le figure di due devoti, padre e figlio, dinnanzi alla Vergine, MILANO 69 la Pietà e lincoronazione della Madonna nella zona superiore, e il Redentore benedi-cente il defunto raccomandatogli da un santo, dalla Vergine e da S. Giovanni Bat-tista in un unico comparto, nella zona inferiore, ricorda larte del maestro pisano,specialmente ne due angioli reggenti il candelabro. Quanto al monumento di Lanfranco Settala, morto nel 1264 6 fondatore dellachiesa di S. Marco dove molto tempo dopo trovò sepoltura, la critica è molto di-scorde. Il Giulin


Milano . del 1344 in S. Marco, di-viso in due zone con le figure di due devoti, padre e figlio, dinnanzi alla Vergine, MILANO 69 la Pietà e lincoronazione della Madonna nella zona superiore, e il Redentore benedi-cente il defunto raccomandatogli da un santo, dalla Vergine e da S. Giovanni Bat-tista in un unico comparto, nella zona inferiore, ricorda larte del maestro pisano,specialmente ne due angioli reggenti il candelabro. Quanto al monumento di Lanfranco Settala, morto nel 1264 6 fondatore dellachiesa di S. Marco dove molto tempo dopo trovò sepoltura, la critica è molto di-scorde. Il Giulini, il Calvi, il Perkins Io attribuirono a Giovanni di Balduccio, il Mon-geri dubitativamente a Bonino da Campione aiutante del maestro pisano nella tom-ba di S. Pietro martire, il Mever vi trovò un indirizzo artistico parallelo al senesee tutto proprio di Giovanni di Balduccio, il Venturi vi scorse soltanto lopera di unmaestro inferiore a quello che eseguì la tomba di Salvarino Aliprandi. Un maestro. SAKLOFAGO DI GIOVANNI UÀ IAGNANO IMI SEI» ;. diverso dovettcssere lesecutore del monumento di Giacomo Bossi (1355) nellastessa chiesa, con la rappresentazione del defunto dinanzi alla Vergine col Bambino;un frammento, che si vuole parte di questo sarcofago, è presso la famiglia Frova,nel palazzo Borromeo, e nel quale è particolarmente sviluppata la disposizione deipanni verso terra a piegoline ondulate che è proprio di questo momento dellascuola lombarda e dal quale, più tardi, lo stesso Jacopino da Tradate non sapràliberarsi. Il Venturi notò le affinità più o mcn palesi con larte pisana in diverse scul-ture del Museo Archeologico presso il Castello Sforzesco : nelle due Madonne colBambino, Tuna già sulla porta Orientale, laltra già sulla porta Romana, nel sarcofagodi Giovanni da Fagnano, di un campionese affine a Bonino, nel Cristo sul sacrofagoe in diversi frammenti, ma sopra tutti nel sepolcro della famìglia Rusconi già inS. Francesco di Como e in


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