. Iconologia . (V) Figura il P. Ricci il Diletto mondano : Vomo che ha in una mano nna_>tazza, ove dolcemente beve . Moflra debolezza di forze , ed è zoppo . Ne lì altra-mano tiene una ventarola, fcherzo , e giuoco da fanciulli . Gli fta vicino un ■ Cavalloindomito e shoccato , ed un ombra . •• Beve con fommo gufto nella tazza , per eiprimere la dolcezza , con cui gliUomini fi attuffano ne diletti mondani . E debole di forze , e zoppo , perchè un Uomo , che fi da a limili piaceri fidebilita nelle forze fpirituali, e nella divozione . La Ventarola da fanciulli, o da pazzi, ombreggia che chi


. Iconologia . (V) Figura il P. Ricci il Diletto mondano : Vomo che ha in una mano nna_>tazza, ove dolcemente beve . Moflra debolezza di forze , ed è zoppo . Ne lì altra-mano tiene una ventarola, fcherzo , e giuoco da fanciulli . Gli fta vicino un ■ Cavalloindomito e shoccato , ed un ombra . •• Beve con fommo gufto nella tazza , per eiprimere la dolcezza , con cui gliUomini fi attuffano ne diletti mondani . E debole di forze , e zoppo , perchè un Uomo , che fi da a limili piaceri fidebilita nelle forze fpirituali, e nella divozione . La Ventarola da fanciulli, o da pazzi, ombreggia che chi corre dietro a queftipiaceri , la fa da fanciullo , e da pazza lenza giuria confiderazione .Il Cavallo indomito accenna che i diletti mondani rendono 1 Uomo indomito,e contumace alla mortificazione . L Ombra rapprefenta che i diletti , e piaceri del mondo altro non fono cheombre , e che apparenze 3 che tofto fvanifeono con fommo danno di chi lefe?ue . Din- TOMO SECONDO. DILIGENZA. Di Cefare BJpa , zig. C^U~/c Gr-a-tcti QOnna di vivace afpetto . Tenga nella mano deftra un ramo di timo, : ATra qU e y°h Un APe- Ndk ™^no finiftra tenga un tronco diamandola avinto con un ramo di moro celfo . Apiedi (Ha un Gallo che rufpi. ^.^ i gerZ\e - fecondo a|cuni, a diligendo, che fignifìca amare,perche le cofe che amiamo ci fono dilette , che però ponghiamo ogni dili-genza in conseguire, proporzionata etimologìa, ma non germana , poiché 7fa* 5BF JCO, 7arr°ne nel qu^to della lingua latina: j&ìegm. condì nf gmS-l & dde£lm- U medefimJ afferma Marco Tullio nel 2 SE™ \£ r*a T ^ ^Wo indugia , deponiamo h 2f £^hf a ?UC lo dTe ci è Più efpediente nelle noltre azioni, m Si ^ vftm Ieggefi aPPrelTo St°beo > che è più utile che n buono ingegno: Ddigens induflria utdicr , qnam bonum ingenmm. E> anco P r fortuna et ^f K** ìi^ co -duflria, e Diligenza, chej mo!rn7n , r10, nnZa ftudi° induftria e Dilig


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