. Teatro d'imprese . fieno i Cigni copagni di Diomede,in quelli con-uerfi,ò in altri, chelfi fomigliano dopo la morte del loro Capitano toltodi vita con infidiedal Re Danno : O*chei Poeti,&i cantori morti diuen-gano CignijCpme fi legge dOrfeo,ch*ei foffe mutato in Cigno,tutto benefauoleggiandoj purché fi lèrbi il coftume degli huomini dopo la trafformatione ne gli animali etiandio,il che non fi fa già da quelli,che leri-uono chei fofle figliuolo di Marte : Percioche la crudeltà, che viàua co-lui con gli huomini,non fi vede vlàre ne co gii huomini,ne con altri il Cigno placido augello,e no fier


. Teatro d'imprese . fieno i Cigni copagni di Diomede,in quelli con-uerfi,ò in altri, chelfi fomigliano dopo la morte del loro Capitano toltodi vita con infidiedal Re Danno : O*chei Poeti,&i cantori morti diuen-gano CignijCpme fi legge dOrfeo,ch*ei foffe mutato in Cigno,tutto benefauoleggiandoj purché fi lèrbi il coftume degli huomini dopo la trafformatione ne gli animali etiandio,il che non fi fa già da quelli,che leri-uono chei fofle figliuolo di Marte : Percioche la crudeltà, che viàua co-lui con gli huomini,non fi vede vlàre ne co gii huomini,ne con altri il Cigno placido augello,e no fiero,ilquale ha dalla natura quello,che lhuo-nio dallarte dourebbehaueré, cioè di accomodare le fleffo alla morte,&inuiarfià quella lictaméte canrado: Di più moderare gli affetti in modo,che non mai altrui fàcelTe ingiuria, ò litigio monelleflando co cialcunoin pace, come fa quefto vcccllo ,xhe con gli altri tutti amiftà tiene, fuorcheeonIAquila,la quale non mai offende, le primamente dalei prouo-. •J cato Di Giouanni Ferro, tu cato non vicne,cheaIihoran6già^ede,mafi bene forte cóbatte,efcmprevince quali che la natura voglia chella proui giuitamente la pena, per-che incheta laltrui pace vccellocofidegno,lodato,e celebrato da Poeti in mezo allacque fu del famofò Cornelio Muffo Velcrouo di Bitonto con le parole Divina sibi canit, et orbi, ò lènza la paroladiurna; IlPerciualloalmedefimo nellacque iopralcrilTe per AleifandroTelàuro Neperqjestomenaudo, accidente fìippofto nell* ani-maie,che non vi è poetica fittione,lè non vi fi fìnge Raimondi detto il Candido fra Partenij di Napoli haucua il Ci-gno in vn Iago,col brieue Abivor,non ojìrvor, commune ad altri. 7i»fc. Barg»(ap. Carnet»(jìlib. zsftefi li. 1. Verciu. k y irofamo Raimondi il Candidafrapparteli},


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