. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . ripieno dacute punte,comefìvcde al collo de cani majìini de pasiori perdifendergli dal mcrfo de lupi, e col motto, s a v-ciAT ET DEFENDiT. Vedefihoggidilafu-detta impreca m Roma nel palazzo di Nicofa, chi edvno de Signori di cafa orfma^e nelmezo del dettocollare fi a il motto,eh e diceiv rivs mori qj/ a mFiDEM FALLERE. Vifonoonchcducmani,chenel far vijìa di pigliare il collare yfitrotiano


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . ripieno dacute punte,comefìvcde al collo de cani majìini de pasiori perdifendergli dal mcrfo de lupi, e col motto, s a v-ciAT ET DEFENDiT. Vedefihoggidilafu-detta impreca m Roma nel palazzo di Nicofa, chi edvno de Signori di cafa orfma^e nelmezo del dettocollare fi a il motto,eh e diceiv rivs mori qj/ a mFiDEM FALLERE. Vifonoonchcducmani,chenel far vijìa di pigliare il collare yfitrotianop affate pelmezo dalle punte,ehegli ha a torno,& tn mefofla Urofd. Atti LE IM P RESE. Alle nominate due imf refe non cedeuano puntone di bellezza^ne di proprietà di fignifcato y quellede due fratelli cugini Colonnefi,ProJpero e Fabritio,iquali in diuerfi tempi portarono dtuerfe, inuentionifecodo lefantafie loro yp arte militari yC parte amoro fé.Perche ciafcun di loro, infino allesirema vecchiezzanon fi vergogno mai dejfere innamorato, mafima-mente Projpero i il quale hauendoposto ilpenfiero invna nobilifima dona^della quale per coprire ilfauorechegli nhaueua^e mojhar Ihoneslà/aficuro di me-nar fico per compagno vn famigliar fuo caualier dibajfa legayilchefu molto incautamente fattcperciochela donnafua (comegeneralmente quafi tutte le donnefono)vaga di co fi nuoue yS innamoro del compagno talmente D / cJ^f. G I 0 V I 0, 6$ talmente yche lo fece degno dellarmor fuo > di che au-uedutoJtProJperOye fentendone dij^tacere infinito yfìmifefer imprefa ti Toro di Penilo i che fu il frimoà prouare quella gran pena del fuoco,accefe fittolventre del Toro,nel quale egli fu


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