. Dialogo dell'imprese militari et amorose . Ne porto anchora il predetto Signor Marche/i vna bella in materia amorofa,che gli fu trottata da \M. Antonio Epicuro y litterato huomiò nelFAcade- mia* Napoletana , laquaie fu il tempio di Giunone Lacinia* 2> / M. G I 0 FI O. in Lacinia s il quale fojienuto da colonne haueua vrì-altare in mez,o,col fuoco accefo, che perneffun vetofijpegrìeuamai, anchorchel tempio fuffe dognin-torno aperto per gli fpatìj degl*intercolonni/:voledodire avna damajka^he lungo tempo egli haueuaamata, e doleuajì all*hora ctejjere ahondonata dalui, cornetta in ciò singan


. Dialogo dell'imprese militari et amorose . Ne porto anchora il predetto Signor Marche/i vna bella in materia amorofa,che gli fu trottata da \M. Antonio Epicuro y litterato huomiò nelFAcade- mia* Napoletana , laquaie fu il tempio di Giunone Lacinia* 2> / M. G I 0 FI O. in Lacinia s il quale fojienuto da colonne haueua vrì-altare in mez,o,col fuoco accefo, che perneffun vetofijpegrìeuamai, anchorchel tempio fuffe dognin-torno aperto per gli fpatìj degl*intercolonni/:voledodire avna damajka^he lungo tempo egli haueuaamata, e doleuajì all*hora ctejjere ahondonata dalui, cornetta in ciò singannaua e doleuafia tortodiluì i perche il fuoco dell*amorfuo era eterno &ineftinguibilejomc quello dellaltare del tempio diGiunone Lacinia. Eferuì per motto Vifcrittionedejfo tempio, che giraua pel fregio dellarchitravepolio/òpra le colonne, t v n on i lacinuepicatym; Equejfaimprefkhebbebellaprefin-za^tnchorche hauejfè bifogno di qualche let-terato jhe dichiaraffe Chtfforia àcolor,che non fanno piùche tanto. n- 122 LE IMPRESE. Eh anch ara vn poco amplilo fa Pimprefa del Si*gnor Luigi Gonzaga chiamato per la brauura Ro*domota il quale il dì che Carlo Quinto imperatorefece Centrata in Maniouay portò vnafeprauefla dirafo turchino fatta a quadrettai quali alternati dicolore k due a due, lvnó moslraua vno fcorpioncricamarne r altro vn breuc,che diceua > q_v ivi* VENSLAEDIT, MÒRTE M E D E T V Ri effen* do la proprietà dello fcorpione di medicare il veleno*quando egli e ammazzato e pollo fopralapiagaivo*lendo che s intendeffe ^chegli haurebbe ammazzatochiprefameffe doffenderlo > riualendofi del dannòdeWoffefa coniamone del nimico, Bebbene d i <m. Giono. 12$


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