. Storia dei monumenti del reame delle Due Sicilie. irandola stupì rida opera uma-na in (mesti Tempii , comprendo tutta laverità dei canni di Anzelmo. Che più ti w/atua Mortai? Vincer la morte: ordisci ad essa,(C/ìi? ben e tua toniopra!) a morte ordì st iUn qualche inganno, e col nudismo ardireCon r arte stessa , onde la luce arrestiSidfatalo metallo, anco de lalma,Che de la luce sempiterna è raggio ,Trattieni il voi, se tuo malgrado clPapra,Ahi ! senza speme di ritorno, i ranni ! Ma qualunque sia leia che assegnar sivoglia a questi Templi, certo è che Peslonon ha inciindiduemila-cinqueceiiloa


. Storia dei monumenti del reame delle Due Sicilie. irandola stupì rida opera uma-na in (mesti Tempii , comprendo tutta laverità dei canni di Anzelmo. Che più ti w/atua Mortai? Vincer la morte: ordisci ad essa,(C/ìi? ben e tua toniopra!) a morte ordì st iUn qualche inganno, e col nudismo ardireCon r arte stessa , onde la luce arrestiSidfatalo metallo, anco de lalma,Che de la luce sempiterna è raggio ,Trattieni il voi, se tuo malgrado clPapra,Ahi ! senza speme di ritorno, i ranni ! Ma qualunque sia leia che assegnar sivoglia a questi Templi, certo è che Peslonon ha inciindiduemila-cinqueceiiloanui. ? • H Rapido cenno sulla sua Storia. Questa cillà fu edificala da una Coloni;di Dorii, che la chiamarono Posctannome Fenicio derivatole dal Dio del mancui era sacra. Questi primi abitami ne furono cacciaidai Sibariti, chela dissero Posidonia;Sibariti poi vennero espulsi dai Lucanie questi ubimi dagli avidi Romani, cli<se ne impadronirono, dominandola, nellAnno i-80 della Redenzione. Da questa Epoca solamente i Poeti ram. LlBr i UN NOTE 363 pò vicine in proporzione alla ahezza , epresso le une alle altre più di quello chesogliono essere nei Templi Greci. Ed aquesto proposito espone il Forsyth : chea questo modo di Architettura serve ad« affascinare i nostri sguardi, poiché am-« plifìcando la idea dello spazio innalza a« grandezza anche un Monumento di po-« vere dimensioni. PARAGRAFO IV° Edifizii tra il Primo ed il SecondoTempio. In quel tratto di terra che sta il primoTempio ed il secondo, si elevano due al-tri superbi Edifizii, costrutti della stessapietra, e quasi della stessa mole. Il loro interno è tutto ingombro di fram-menti, di massi, di cornicioni, di colon-ne, tra cui abbarbicandosi cespugli, er-be selvaggie e spine > vi si penetra conistento e con dura fatica. Così la dislrug-gitrice falce del tempo, meno funesta del-la obblivione de1 pòsteri ! E qui non misincolpi a ripetuta esclamazione se ram-mentando questi Monumenti, un gio


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