. Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino . piedi > e non a federe . Tiene TOMO SECONDO. 179 Tiene colla dedra mano il pomo granato , per elTer ( come raccontaPierio Valeriano nel libro 24. dei fuoi Geroglifici ) flmbolo di un Popo-lo congregato in un luogo , la cui unione fi governa fecondo la »qualità loro . La dimollrazione del mazzo delle Serpi fignifica 1 unione , ed il go-verno plebeo , il quale non elTendo di confiderazione , né di vera gloria, vafimile al ferpe per terra , non potendofi alzare alle cofe di gran confidera-zione ; com anche per dimollrare , che la natura


. Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino . piedi > e non a federe . Tiene TOMO SECONDO. 179 Tiene colla dedra mano il pomo granato , per elTer ( come raccontaPierio Valeriano nel libro 24. dei fuoi Geroglifici ) flmbolo di un Popo-lo congregato in un luogo , la cui unione fi governa fecondo la »qualità loro . La dimollrazione del mazzo delle Serpi fignifica 1 unione , ed il go-verno plebeo , il quale non elTendo di confiderazione , né di vera gloria, vafimile al ferpe per terra , non potendofi alzare alle cofe di gran confidera-zione ; com anche per dimollrare , che la natura della plebe « teade perloppiù al peggio » onde il Petrarca nei dialoghi dice . Tintura populns tcndìt ad pejora. E per quello dilse Virgilio in Eneid. StSvitqHe anbnis ignobile vnlgus . Vi fi mette il grano nella guifa che abbiamo detto » per dimo(Irart_*la provvifione pubblica, che luole fari unità della plebe , per il comunutile di tutti, e per mollrare che il popolo ama più 1 abbondaiua dellevettovaglie, che 1 ambizion degli Z 2 DERI- iSo ICONOLOGIA DERISIONE. Dì Cefare Bjpa. DOnna colla lingua fuori della bocca , veftlta di pelle d litrice , eoabraccia e piedi ignudi , col dito indice della mano delira Itefo , te-nendo nella flnilira un mazzo di penne di Pavone , appoggiando la dctta__amano Ibpra di un Afino , il quale llarà col capo alto in atto di fgrigna-re, moltrando i denti. Derilione , fecondo S. Tommafo in 2. 2. qi^Jì. 75. è quando I Uomoprende in ifcherzo il male , e il difetto altrui, per proprio diletto foddisfa-cendofi » che il delinquente ne fenta vergogna . Il cavar la lingua fuori della bocca ( perchè è atto deforme , facen-dofl alla prefenza d alcuno ) è fegno , che fé ne tiene poco conto ( ^i )e però la natura 1 infegna a fare a fanciulli in quello propofito , il qualeatto è collume antico de Galli in Titolivio lib. 7. ove narra di quello in-foiente Gallo, che deprezzando i Romani li slido, e cavò fuori la linguacontro Tito Man


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