. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . Ne/la giorì7ata de Suizzerh ^otti prejjò a Mila-no dal Re Francefco^ Monfignor di San Vallereiil Vecchio,padre di Madama la Buchejfadi Valen*tinoys ;, e Capitano di cento GentW huomini dellaCafa del Ke sporto vno Stendardo y nel quale eradipinto un torchio accefo con la tefla in giti, Juliaquale colaua tanta cera^ che quafi lo Jpegneua , conquesfe parole, Qj/1 me alit, me extin-G V I T. i


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . Ne/la giorì7ata de Suizzerh ^otti prejjò a Mila-no dal Re Francefco^ Monfignor di San Vallereiil Vecchio,padre di Madama la Buchejfadi Valen*tinoys ;, e Capitano di cento GentW huomini dellaCafa del Ke sporto vno Stendardo y nel quale eradipinto un torchio accefo con la tefla in giti, Juliaquale colaua tanta cera^ che quafi lo Jpegneua , conquesfe parole, Qj/1 me alit, me extin-G V I T. imitando rimprefa delRÌfuo Padrone:cioe, NVTRISCO ET EXTlNGVO.£ U na tura della cera,laquale e cagione chel torchiò abbru-cia Jlando ritto,che col capo in giufijpegne : ^dolen-do per CIO Jignif care y che come la bellezza ivna Donna^ S, CAB. STMBONL 20t DonnA y che egli amaua, nutriua tutti i Jùoi pen-fieri y così lo metteua in pericolo della vita. Vedefi^anchora quello fiendardo nella Chiefa de CelesHniin Lyone* PATIENZA OFFESA-. Trouanfi qualcheuolta de glihuomini tanto in-difcrcti & importuni di fatti e di parole, che nonhanno alcun riguardo nell* offendere le perfine^paccfiche , modesle e virtuoseycolhringendole controalla loro natura dadirarfi,[degnarfi,e diuentar ne-mici crudelifiimi ima quel, ehio truouo anchor piùfirano ìy che gli [ciocchifi doglionopoi^e danno tuttaU colpa tlhiafimo a quelli, che prima fono fiati N s 2d2 in I Uf Rt St VtL cffifi da loro , )> fadroni y )> parenti ^ ìf amici che fifiano : laqud cofa hifogna certamente dire che^nafcadvna eHrema fuperhia & ignoranz^a, piche gUhuomini fi prfuadono )> per le lorrtchez,zeforfè male acqmftatCy o fer qualche vana opinionedefèrfiu nobili de gli altri ^ oper hauer fatto pia-cere a qualchvno y ch*egli habbia afopportare e pi-gliare in grado le loro ingiurie e la loro poca di fere-tioneda onde ricordandomi io dhauercvdito dircjche intorno a quefio fatto fi vede vna bella impre-fa in vn marmo ant


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