Storia di Castiglione delle Stiviere sotto il dominio dei Gonzaga . , perchè recatosi questi pei suoi af-fari a Milano ai 4 3 Febbrajo 4 586 passò da questa amiglior vita. Fu egli principe benefico, ed amorevoledei suoi soggetti, nò altro può essergli rimproveraloche il vizio del giuoco, nel quale era talmente invi-schiato, da perdere in una sola seduta parecchie migliajadi scudi. Gli successe nel marchesato per la rinuncia di Luigi,e per la morte di Ferdinando il terzogenito Rodolfo. As-sai trafitti nellanimo rimasero i Castiglionesi per la mortedel loro principe don Ferrante, che in modo sag


Storia di Castiglione delle Stiviere sotto il dominio dei Gonzaga . , perchè recatosi questi pei suoi af-fari a Milano ai 4 3 Febbrajo 4 586 passò da questa amiglior vita. Fu egli principe benefico, ed amorevoledei suoi soggetti, nò altro può essergli rimproveraloche il vizio del giuoco, nel quale era talmente invi-schiato, da perdere in una sola seduta parecchie migliajadi scudi. Gli successe nel marchesato per la rinuncia di Luigi,e per la morte di Ferdinando il terzogenito Rodolfo. As-sai trafitti nellanimo rimasero i Castiglionesi per la mortedel loro principe don Ferrante, che in modo saggio edumano gli avea governati, e maggior afflizione provavanoper avere suo figlio Luigi abdicato il feudo. Esperitoavevano il suo animo alla clemenza e bontà inclinato, sic-ché sospiravano il momento di averlo a sovrano. Rodolfoera anchJessodai sudditi in buòna estimazione tenuto, men-tre sapevanlo propenso ad opere grandi e generose. An-che la natura in lui era slata prodiga de suoi doni,mentre era ben fatto della persona, nellaspetto avve- ? /(g^g , ,. T nentc, e di maniere dolci ed insinuanti. Seppe fin dalle^ prime cattivarsi laffetto di tutti, che saccrebbe dappoichebbe moderata la forza di una assai fervida fantasia,per cui era facile a trascorrere all ira. A domarlo insiffatta guisa più che altro aveano valso, e lesempio delfratello Luigi, e le supplicazioni che onde emendarlo dicontinuo facevagli. Spiccò sommamente il benefico suoanimo nella carestia del 4 591 ove fece elargizioni di ge-neri, e danaro, adoperando con ogni sollecitudine a chefossero attivali i debiti provvedimenti pel soccorso de-gli indigenti. Si accrebbe in tal modo lamore dei sud-diti per lui, e si formarono le più belle speranze perlavvenire, sennonché le disavventure che gliene incol-sero, dai più buoni intendimenti Io distornarono. Dal di lui zio paterno don Orazio, marchese di Sol-ferino, ebbero incominciamento gli affanni da cui fu ama-reggiato. Non avendo egli avuto prole né maschi


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