. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . ài àello diquelhrauoda natura e bellicofo 2{e,che nonfìjlracco mai per alcun trauaglìo diguerra,con Vn animofempre inuitto,eperoportaua nellefopr arme chiamate Ottoni defuoi arcieri della guardia vn IJìrice corondto,tlquale fuole vr- ^ 3 22 DIALOGO DELL IMPRESE tay chi gli da noid dd pyejjoy da lontano glifaettd^fcotendo e lan-ciando tacunj^imej^me. ^Per il che dimoHraua, che tarme ^ue,erano pronte e


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di monsignor Giovio, vescouo di Nocera : con vn ragionamento di messer Lodouico Domenichi nel medesimo soggetto ; con la tavola . ài àello diquelhrauoda natura e bellicofo 2{e,che nonfìjlracco mai per alcun trauaglìo diguerra,con Vn animofempre inuitto,eperoportaua nellefopr arme chiamate Ottoni defuoi arcieri della guardia vn IJìrice corondto,tlquale fuole vr- ^ 3 22 DIALOGO DELL IMPRESE tay chi gli da noid dd pyejjoy da lontano glifaettd^fcotendo e lan-ciando tacunj^imej^me. ^Per il che dimoHraua, che tarme ^ue,erano pronte e gagliarde dafrejTo e da lontanoie henche nelle fi-praneHe nonfuffe motto alcuno^mi ricordo nondimeno hauerViHo in pili luoghi quefta imprefa difmta con vn hreue di/òpra:e o MIN V s ET E MI N V s. il che qii^draua molto. Ho la-[ciato Umprefa di C^rlo Ottano, perciò chella non hehhe corpo efoggetto,anchor chella hauejje l^eHiJìimo motto danin? addicendo; Si DEVS PRO NO BIS, QJIS CONTRA NOS? ^^■e gli^fìendardi,e /opra ifaioni de gliarcieri della guardia nonyera poi altro,che la lettera K, con la corona di fopra, che yolcuafgmfcare il nome proprio di Carlo*. Nonfu men Iella di quella di Lodouico, timprefa, che PortoS^efi^ i^^i^;>th))vifl jjù/iA t> fCfAyrvf «iii m^i lini I II DI MONS. GIOVIO. 23 ilfuccefjore e genero fio Frdncefco frimo, tì.cjuale come poruuaUgiotienile ì) la fierezze delt imprefe di merra nel-la dolcez^Z^ e giocondità amorofa -^e fer fgmficare^che drdetiaper lepaj^toni damare, e tanto gli piace ti ano, che ardiua di di-re , chefiniitru^d in ejfe, por tana la Salamandra, chetandonelle fiamme,non fi confHmaMT^otto 1 fallano,eh e diceua : N v-TRISCO ESTINGVO. ejfiendo propria qualità di quelloani^de,J}argeredalcorpofuo fieddohumore fiopra le hrafie-^onde amiene,chegh non teme lafor^a delfiuoco, ma fili to^o lotempera e Ifegne. E fin hen ^ero,che quel generofo,^ humanif^fimoTùmnfiumaifenz amore, ejfiendo fi moHrato ar^de


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