Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . e ser Nicolao dello Stregho e lohanni Benectoni e alcuni 25altri ciptadini, li quali si trovònno a Pisa. E sentendo il dictomesser Iacopo et Vanni suo figluolo che era stato taglato la te-sta a Andrea soprascripto, volsero far taglare la testa a predictipresi; ma perchè non erano colpevili. Dio li campò. E di taltaglatura di capo ser lohanni da Castillioni dubitò • . , intan- 30to che doppo molti giorni si partìo di Luccha et del il comune di Luccha riceveo lèctora dal conte di Virtùchiedendo di gratia che tucti quelli eh erano stat
Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . e ser Nicolao dello Stregho e lohanni Benectoni e alcuni 25altri ciptadini, li quali si trovònno a Pisa. E sentendo il dictomesser Iacopo et Vanni suo figluolo che era stato taglato la te-sta a Andrea soprascripto, volsero far taglare la testa a predictipresi; ma perchè non erano colpevili. Dio li campò. E di taltaglatura di capo ser lohanni da Castillioni dubitò • . , intan- 30to che doppo molti giorni si partìo di Luccha et del il comune di Luccha riceveo lèctora dal conte di Virtùchiedendo di gratia che tucti quelli eh erano stati a prenderemesser Federigo soprascripto, li quali erano stati sbanditi, fussero I DI GIOVANNI SERCAMBI 311 35 rimessi, e rendati tutti i loro beni. Alle quali preghiere il co-mune di Luccha asentlo e rimisse tucti quelli di Luccha e del e. 141Bcontado che a tale cosa funno, e tucti loro beni ristituiti ; e que-sto si fé per meglio di comune. CCCLXXVIIL Come messer Iacopo d Apiano mandò adossoA Luccha messer Broila e Sempre si dicie et cosi è la verità, che d uno male moltimali riesceno, e pertanto dico che essendo messer Iacopod Appiano et Vanni suo fìgluolo facti nimici del comune diLuccha, del mese di maggio 1394, i predicti fenno venire mes-5 ser Broilo et Brandolino con moltitudine di gente da cavallo,secretamente. E quando funno venuti a Pisa notificòno a Luc-cha la venuta, la quale, per lo picciolo tempo, riparare non sipoteo, posto che vi si mandasse messer Tomazo da Ghivizano pervedere se si potea riparare. E niente valse, che a di .xxviii. mag-io gio. Vanni d Appiano diede il passo, con consentim^ento di mes-ser Iacopo, che le diete genti venissero in sul terreno di Luc-cha; et così vennero e funno in sulla mezza tersa per tucto ilpiano, pigiando pregioni, uccidendo et derubando, ardendo. E ven-nero fine in nel prato di Lucha e quine preseno molti soldati,15 ciptadini et contadini in gran numero, e tal vita tennero piùdi .X. giorni, sempr
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