. Delle rime del S. Filippo Binaschi. Parte prima, et seconda. Novamente stampate . ?npr€pt4rgatOi& chiaro Oman di nome gloriofo,e caroLe Khnè del hisaschi alte grani di dottrinale fi delle più pregiate vanno al paro z E fan via più beata dogni parteDelabellALTiA lafamofa lvna^Che il Sol quando in Leone ardedno auampa. Con taleftudio , talfaticay\& arteEgli aggiornando lafua notte brunaIn me%o a i* ombre accende lafua lampa* RIME DEL S- FILIPPO BINASCHI. GENTILHVOMO PAVESEACADEMICO AFFIDATO. O M E rotando femprt-^lì alti girlOgni noflro lauor tranne à ì gir


. Delle rime del S. Filippo Binaschi. Parte prima, et seconda. Novamente stampate . ?npr€pt4rgatOi& chiaro Oman di nome gloriofo,e caroLe Khnè del hisaschi alte grani di dottrinale fi delle più pregiate vanno al paro z E fan via più beata dogni parteDelabellALTiA lafamofa lvna^Che il Sol quando in Leone ardedno auampa. Con taleftudio , talfaticay\& arteEgli aggiornando lafua notte brunaIn me%o a i* ombre accende lafua lampa* RIME DEL S- FILIPPO BINASCHI. GENTILHVOMO PAVESEACADEMICO AFFIDATO. O M E rotando femprt-^lì alti girlOgni noflro lauor tranne à ì gir Ando ognihor lafiella, OH darfiyTraffe dunfitono in altro ì miei faLi quai fcopron dìuerfi i miei defiriy (fp^^l Di cui conuenne ai cor grauido la virtù de vari femi ^arfiDe, le ^eranz^e mie, de miei martirioQuelle fur dubbie, quejìì più che certi,Onde il hreuediletto, ci lungo affanno^roduffer pochi i fior, molte le fpinc^^fior faccio ì premi del mio ardor aperti,Terchaltri impari dal mio graue danno%Al^ar la mente à più beato finc^ . A Fehe^. 1^ P À^ **V-^^ Febe quello splendor del caldo àYgentÓ, Chefce dal tuo celefle , e altero lume , Cofi mi fa cangiar vita, e coftumey Chen viuafleUa trasformar mifento»£ dentro poi gridarmi ,àchefi lento Jn terra kffìfo i giorni tuoi confume ? Horprendi per aliarti ardir, e pimne, Chél temporatto vola più che l vento «Quinci mi defloy e mi riuolgo in tutto A tuoi Tefori pretiofi, e noui ^ Tregandù alcun foccorfo à bei deftrì.Che forfè del tuofeme haurai bel frutto. Se con tua mano la mia penna moul, E le~dolci aure à la mia tromba ^iri. Correa II giorno primier dun verde LMaggip ;Quando lungo il Te fin Lvna alma , e bella^ÓHi prefe, credendo io chaueffe quella.,Come laltra delQiel humido il raggio • * iSli occhi in lei fljji ardito più che faggio ^ i i^ *>.»^ 4vi^Dicendo meco, ondefce al marprocettai ^ ^ » **^*Di foco vfcir non può viuafacella:Ma ben veggio hor,ch*intefo il ver non haggw


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