. Storia dell'Italia antica. mirabilmente anche ipensieri comuni. È solenne maestro nellarte di fare dif-fìcilmente facili versi. Con rara purezza, e sobrietà eprecisione di lingua e con gusto perfetto, unisce lele-ganza alla forza, la semplicità allo splendore, la facilitàalle dolci armonie, la gravità delle sentenze agli scherzi :e crea una poesia, che dopo migliaia di anni rimaneflorida di perpetua gio-ventù. Egli ha nei versile qualità del popolo,che in tutto più cheallideale mirava a ciòche potesse tornarepraticamente buonoalla vita, e che ebbe,come dice Virgiho *,jier arti sue proprie il


. Storia dell'Italia antica. mirabilmente anche ipensieri comuni. È solenne maestro nellarte di fare dif-fìcilmente facili versi. Con rara purezza, e sobrietà eprecisione di lingua e con gusto perfetto, unisce lele-ganza alla forza, la semplicità allo splendore, la facilitàalle dolci armonie, la gravità delle sentenze agli scherzi :e crea una poesia, che dopo migliaia di anni rimaneflorida di perpetua gio-ventù. Egli ha nei versile qualità del popolo,che in tutto più cheallideale mirava a ciòche potesse tornarepraticamente buonoalla vita, e che ebbe,come dice Virgiho *,jier arti sue proprie ilvincere e il reggere ipopoli. Perciò moltiversi di Orazio diven-nero massime, e si ri-petono come proverbisanciti dallesperienzadei tempi {). Ma fra tante bellezzepoetiche non è bella laStoria delle tante contradizioni narrate da quei versi im-mortah, che ci mostrano lui repubblicano e poi cortigiano,e stoico ed epicureo, e fuggente dalla battaglia e ammi-ratore di Tirteo che coi versi eccitava i forti alle pugne. Tirteo (Vi Icon. gj 3, n. 1). () Si possono vedere raccolte e illustrate da F. X. Frùlie, De Horaiiinteniiis, Constantiae ^. Aen., VI, 852. Vannucci — Storia dell Italia antica — IV. 130 CONTR ADIZIONI. LiB. VI!. marziali, e laudante ehi muore per la patria e opponeforte petto all avversa fortuna ; che celebrano gli erairomani e il valore nazionale, e fanno lapologia dellozioe della spensieratezza; che lodano Catone e dispregianoLabeone, che celebrano le Grazie decenti* e cantanoai giovinetti e alle vergini, e calpestano la verecondia e raccontano le oscenitàdel poeta; che ci mo-strano tutto luomo ilquale, pieghevole adogni vento, si gloria diesser coerente a séstesso, e dopo aver lo-dato chi fugge le su-perbe soglie dei potenti,si vanta di viver conessi; che insegnano so-prattutto la morale delproprio interesse, laquale ad esso sottomettetutti i grandi doveri chelegano luomo agli altricittadini e alla patria;morale che servirà sem-servitìi e


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