Rendiconti . co, la calcite ecc., che ci appariscono spesso in bellissime figure con facciericurve e con omogeneità perfetta, che i fenomeni ottici rivelano. Io entro così nel problema prefissomi, se e come la legge di Hauy èapplicabile a tutti i cristalli indistintamente, solidi, fluenti e liquidi (1). Come per un liquido, si deve ammettere anche per un solido in con-tatto con un mezzo liquido, che le molecole vicine alla superficie di contatto,la cui sfera dazione è tagliata da questa II, fig. 1, in due parti Ci e Cs,sono sottoposte a una forza normale proveniente dallattrazione delle mole-c


Rendiconti . co, la calcite ecc., che ci appariscono spesso in bellissime figure con facciericurve e con omogeneità perfetta, che i fenomeni ottici rivelano. Io entro così nel problema prefissomi, se e come la legge di Hauy èapplicabile a tutti i cristalli indistintamente, solidi, fluenti e liquidi (1). Come per un liquido, si deve ammettere anche per un solido in con-tatto con un mezzo liquido, che le molecole vicine alla superficie di contatto,la cui sfera dazione è tagliata da questa II, fig. 1, in due parti Ci e Cs,sono sottoposte a una forza normale proveniente dallattrazione delle mole-cole del solido, situate nella callotta G[ della sfera, e da quella dellemolecole del liquido, situate nella callotta eguale ed opposta d , dellasfera di azione. La risultante di queste due attrazioni può essere rivolta,ora verso linterno del solido, ora verso lesterno, ora essere nulla; nel primocaso avvenendo crescenza del solido, nel secondo decrescenza, e nel terzo casoequilibrio fra solido e Fig. 1. Laccrescimento del cristallo a spese del liquido in una direzione, laquale è normale alla superficie, sarà naturalmente funzione di detta risul-tante normale, e come prima approssimazione si può anzi supporre che lin-cremento in una unità di tempo sia proporzionale alla forza (*). Ma oltre la forza normale che attira le molecole della superficie, e chepuò essere positiva, negativa e nulla, esiste una forza tangenziale, la ten-sione superficiale, la quale tende a tenere unita la superficie stessa. Questaultima non è mai nulla, finché esiste contatto discontinuo fra due fasi, so-lido e liquido, solido e gas, liquido e liquido, liquido e gas. La tensionesuperficiale, che si misura, come è noto, per unità lineare, cade nel pianotangente della superficie, e porta perciò su una superficie piana mai feno-meno di inflessione, ma sempre accorciamento o dilatazione. (i) Fra solido e liquido Lehmann fa una stridente differenza. In quello vi è sempreuna resistenza


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