Storia dell'Italia antica . gni padre è sacerdote insua casa^, e ogni famiglia e ogni gente ha i suoi Dei, lesue feste, i suoi sacrifizii ^. Ogni Dio ha i suoi sacerdotiai quali presiede il pontefice massimo che ha il governodi tutto ciò che la religione riguarda . Il culto primitivo è semplice e senza apparecchio: nei e*) .... Dextra laevaque Deoritm Atria nobilumi vahis celebrantur diversa lorAs. Ovidio, Met., I, 171. 1 Dionisio, II, 18; Cicerone, De Nat. Deor.^ II, 29 e 31; laelcei, De Diis domesticispriscorum Jtalorum^ Berolini 1830, pag. 5. 2 Constant, Du Polytìie
Storia dell'Italia antica . gni padre è sacerdote insua casa^, e ogni famiglia e ogni gente ha i suoi Dei, lesue feste, i suoi sacrifizii ^. Ogni Dio ha i suoi sacerdotiai quali presiede il pontefice massimo che ha il governodi tutto ciò che la religione riguarda . Il culto primitivo è semplice e senza apparecchio: nei e*) .... Dextra laevaque Deoritm Atria nobilumi vahis celebrantur diversa lorAs. Ovidio, Met., I, 171. 1 Dionisio, II, 18; Cicerone, De Nat. Deor.^ II, 29 e 31; laelcei, De Diis domesticispriscorum Jtalorum^ Berolini 1830, pag. 5. 2 Constant, Du Polytìieisme romairij I, 5. 3 Ovidio, Fast., II, 685. 4 Dionisio, IV, 48. 5 Dionisio, II, 64. 6 Cicerone, De II, 1, 9; Pesto in PuUica Sacra; Zoega, Bassirilievi ant. diRornUj. I, pag. 72, tav. 18. 7 Cicerone, De II, 12 ; Plutarco, Numa, 9, ecc. 756 SACRIFIZII DOMESTICI. CULTO DEI MORTI. [Lib. Il sacrjfizii non ricchezza, nò lusso : a tutti è dato accostarsiagli Dei. Le feste sono ordinate in modo che non in:;pe-. Sacritizio di famiglia (Zoegà). discano i lavori dei campi. Determinate e regolate le of-ferte: comandata la perpetuità dei sàcrifizii domestici ^Grande e santissimo il culto dei morti, dei quali [lareligione consacrava le tombe («). Avevano onore displendidi funerali, di lutto, di sacrifizii. Si gettavano sulrogo vesti preziose, si facevano giuochi solenni allin-torno. I benemeriti della patria si celebravano con fune-bri elogi, accompagnati da lugubri canti e da suono;di {^) Beonim manimn tura, sancta .tìoìio. JIos telo datos dicos , Bc Legibns, II, 9. Vedi anche ty^ 22. » Cicerone, De II, 10, 1?, 20; De Repuhl.^ Il, 14. Gap. ih.] riti FUNEBRI. 757 tibie *, conforme all uso che vedemmo in Etruria. Eravietato di seppellire i morti in città, e solamente agliuomini benemeriti per loro virtù concedevasi questo di-ritto che passava nei figli ^. Le solennità e i riti dei fu-nerali erano governati da regole ed usi uguali pei ricch
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