. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . -DOM, Se nonfojje prefuntìone^io li direi Non-fignore, vm chio hofat-a per me i^nchor che lim-trefefi conuengano a perfine di ma^^gior pregio^chenon fino io, g i o. E perche non ili anno elleno be-ne i uci? ditela pure ficuramenteyche infino adhoravi affoluo da ogni hiafimo di prefiuntione,che perciòne potreHe incorrere, d o m. Afiicurato dunque dallautorità e fauor vosiro, dicOy che ^vol


. Dialogo dell'imprese militari et amorose di Monsignor Giouio, vescouo di Nocera : et del S. Gabriel Symeoni fiorentino : con vn ragionamento di M. Lodouico Domenichi, nel medesimo soggetto : con la tauola . -DOM, Se nonfojje prefuntìone^io li direi Non-fignore, vm chio hofat-a per me i^nchor che lim-trefefi conuengano a perfine di ma^^gior pregio^chenon fino io, g i o. E perche non ili anno elleno be-ne i uci? ditela pure ficuramenteyche infino adhoravi affoluo da ogni hiafimo di prefiuntione,che perciòne potreHe incorrere, d o m. Afiicurato dunque dallautorità e fauor vosiro, dicOy che ^volend^o fignif,-care *vn mio concetto afifai mode Ho, ho fatto quesiaimprefay &e, che non potendio fiare nella patriamia Fiacj^ con quella nanqmllita e contentezza^ animo y chio^vorrei^ nn ho eletto per feconda pa-tria quesiaflondifima Fiorenza, aiiofpero pyojpe-^ rare fotta queslo liberale & giudiciofi Prencipe. E cai D 7 cjfr. aio no. tsj tosi fjojigurato vn albero di Pefco carico di frutticimaU albero non ha felicita nel fuoterren natio\ mstrapuntato poi in terren lontano e fertile^prendc^felice migliorarneto con vn motto,che dicci trans» PROFICIT ARBOS,. GI o. J^eHavosha imprefa, Bomenìchi mio,dnchor chejia ingcniofa dr dtfcreta, mi dijpiact^fer due conti, d o m. Di grafia contentodire perche, g i o. Vvno imperché fé ben mi ricor-dAyelU ì già fiata inuentione di M. Andrea Alciatone^li emblemi fuoii l^altroyperchc non conuien mol-to 4 votyche già non fletè voi pianta ve le no fa e ta-le ^che non haueHe potuto, volendo far ancho fruttonel vostro natio terremo sì che,Jè farete à mio fin- i(f:f LE J MF K15 S E fWyve ne frouederete d^vnaltrdyche più vljt cofac*cu, DOM. tìorsù dunque hduendo voi fatte tdnteimfrefe ad altri,non mi volete ejjer cortefe dvnadelle VQshe viuifime & argute ì Perche in ^veritàne anchio mi fodisfaccio molto delU mia. Si veramete vogliose non già per pagare con sìfoca cofa la granfatica, che durate nel


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