. Storia dell'Italia antica. sopra seguisseTesempio. Ma come nulla valeva a posare quegli animi pieni di sospetti, di paurae di furore, egli pensò amettere in salvo fra i Tre-viri la moglie Agrippinae il piccolo figlio i soldati videropartire mestamente senzaguardie, senza corteggiola moghe del duce percercare scampo nella fededegli stranieri; punti davergogna e rimorso, sup-])licarono clie il duce, fiotto suo prò diloro ripentirò, rimproveròi delitti commessi, eccitòi sedotti a separarsi daiseduttori: e i rei furono?spenti per giudizio deglistessi soldati. Di due l


. Storia dell'Italia antica. sopra seguisseTesempio. Ma come nulla valeva a posare quegli animi pieni di sospetti, di paurae di furore, egli pensò amettere in salvo fra i Tre-viri la moglie Agrippinae il piccolo figlio i soldati videropartire mestamente senzaguardie, senza corteggiola moghe del duce percercare scampo nella fededegli stranieri; punti davergogna e rimorso, sup-])licarono clie il duce, fiotto suo prò diloro ripentirò, rimproveròi delitti commessi, eccitòi sedotti a separarsi daiseduttori: e i rei furono?spenti per giudizio deglistessi soldati. Di due le-gioni, state le prime allaribellione, e non atterritedai gastighi degli altri,fece prendere orribil ven-detta da Cecina. 11 quale,daccordo con gii alfieri e coi migliori del campo, ordinòdi dare addosso ai più tristi : e a un segno dato saltarononelle tende menando tutto a strage. « Di quante guerrecivili tur mai, dice Tacito, ninna ebbe tal forma. Nonin lìattaglia. nò da contrarli canmi, ma da^li stessi Stat 11 (h Geiinanicofig:uriito 111 atto (il parlari[, Museo Latcanense^ t H. II.] REPRESSIONE FEROCE. 247 dopo avere il dì insieme mangiato, la notte insieme tran-quillamente dormito, a un tratto sorgon nemici, volgonsicontro i ferri. Grida, ferite, sangue son palesi; la cagioneocculta, il resto retto dal caso. Molti pur dei buoni vifurono uccisi; posciachè i cattivi, inteso contro chi sin-fieriva, dier di piglio allarmi ancor essi. Non vera frenodi legato 0 tribuno; fu permessa al volgo licenza e ven-detta a sazietà. Entrato ne quartieri Germanico poi, la-crimando e chiamando quella non vendetta, ma macello,fa i corpi abbruciare. Entra allora in quegli animi tut-tavia accaniti una smania dandare contro al nemico insatisfazione del passato furore; non altrimenti potersiplacar lanime degli uccisi compagni, se non ricevendonegli empi petti oneste ferite. Cesare seconda quel! ar-dore, e gittato un ponte, fa passare dodicimila de legio-narii, ventis


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