. Storia dell'Italia antica. llo, in segreto pre-gano Laverna, Dea protettrice dei ladri, perchè ricopradi una nube le loro frodi, e li faccia passare per giustie per santi ^. Insomma questa età, che la poesia chiama doro, è diferro. Ninno crede né alla virtù, nò alla religione degliavi; e non ci crede neppure il poeta, che incredulo prima » IV, 5. 20-2:!, e IV. 15, 1?-1G 2 Vedi Richter, In Q. Horatii Flacci vitOn a C. Tranquillo conscriptntn ,Zwickaviao 1830, ]>ti<;r. OG e seguenti. 3 Properzio, II, 7, 7. * Le Gris, Home, ses novolenrSj ses coiìsercateurs, ecc., voi. II, [
. Storia dell'Italia antica. llo, in segreto pre-gano Laverna, Dea protettrice dei ladri, perchè ricopradi una nube le loro frodi, e li faccia passare per giustie per santi ^. Insomma questa età, che la poesia chiama doro, è diferro. Ninno crede né alla virtù, nò alla religione degliavi; e non ci crede neppure il poeta, che incredulo prima » IV, 5. 20-2:!, e IV. 15, 1?-1G 2 Vedi Richter, In Q. Horatii Flacci vitOn a C. Tranquillo conscriptntn ,Zwickaviao 1830, ]>ti<;r. OG e seguenti. 3 Properzio, II, 7, 7. * Le Gris, Home, ses novolenrSj ses coiìsercateurs, ecc., voi. II, [••t- J^-5 Orazio, I, ir,, jT-CO. I.] LA RELIGIONE DORAZIO. 141 di essere ricco, poscia si finge devoto per atterrire e con-vertire gli increduli, ricorda lonnipotenza di Giove to-nante e fulminante i Titani *, racconta i miracoli chegli Dei fanno per Mecenate e per lui 2; e fatto religiosoper ordine venuto dallalto, inveisce, per dar piacere adAugusto, contro i giovani empi, e canta la religione, da. Giove fulminante i Titani (Gemma del Museo Kazionale di Napoli). cui venne la gloria dei padri. Ma egli stesso sa bene chenon si crede agli Dei doro e di marmo, e che la verarehgione delletà nuova inaugurata dal principe è lamoresmodato della ricchezza e del lusso, ed è costretto a con- 1 Od. I, 34, 5-S, e HI, I, 6-S, IH, 5, 1; Museo Dorbon., vcl. \, tav. 53. 2 Od. 1, 17, 13, II, 17, 21-32, III, -I, 7-20, e II, 8, 6-8. Vannucci — Storia dellItalia antica — IV. 142 1 SEVERI AMATORI DELLA LIBERTÀ. [Lib. VIL fessarlo in più luoghi, e a predire che da questi padrinasceranno più perversi figliuoli *. Rimane qualche cittadino temprato allantica, qualcheanima resa forte dallamore della libertà e delle istitu-zioni avite. Vi è Labeone, che non si lascia compraredagli onori del principe e lo combatte in ogni Orazio nel suo ardore di cortigiano si fa beffe del grancittadino, e taccia di pazzo solenne il più nobile e il piùlibero dei giurec
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